Nel primo mese del 2017 la domanda di gas naturale in Italia è stata pari a 11,1 miliardi di metri cubi, livello record secondo solo a quello registrato a gennaio 2006, con un incremento di ben il 18,3% rispetto ai 9,4 miliardi di m3 di dicembre 2016 e del 22,2% rispetto ai 9,1 miliardi di m3 di gennaio 2016. Si tratta del 6° aumento consecutivo dei consumi di gas su base annua. Il dato risente soprattutto delle temperature molto più rigide in tutta Italia rispetto al corrispondente mese dell’anno scorso (il valore depurato dell’effetto meteo segna un incremento del 16,3% su base annua).
Nel dettaglio, a gennaio i consumi di gas delle centrali termoelettriche italiane hanno continuato a crescere, evidenziando un balzo del 24,6% su base annua dopo aver già segnato +21,1% a settembre, +33,1% a ottobre, +30,4% a novembre, +20,3% a dicembre. Ricordiamo che la causa primaria è il fermo, iniziato a fine settembre, di diversi reattori nucleari del colosso francese EDF, con il conseguente aumento dell’export dell’energia prodotta dagli impianti termoelettrici italiani. Inoltre, la maggior generazione da fonte termica nel nostro paese risente anche del calo della produzione delle centrali idroelettriche dovuto alla bassa idraulicità dell’ultimo periodo (-6,6% su base annua nel 4° trimestre 2016).
In sensibile aumento anche i consumi residenziali (+20,5% a/a) e la domanda di gas del settore industriale (+10,4% a/a).
Sul fronte delle forniture, si segnala l’impennata delle importazioni (+32,8% a/a), soprattutto dalla Russia (+52,5% a/a) e l’incremento delle iniezioni nei sistemi di stoccaggio (+9,8% a/a), mentre la produzione nazionale è scesa del 4,3% rispetto a gennaio 2016.
COMMENTO
La notizia è positiva per le società maggiormente esposte alla vendita di gas in Italia: nell’ordine per quota di mercato nel 2015, fra quelle quotate a Piazza Affari, troviamo Eni (23,7%), Enel (10,6%), Edison (10,5%), Iren (4,1%), Hera (3,9%), A2A (3,2% con Linea Group Holding) e Ascopiave (1,5%).