Il Ftse Mib guadagna lo 0,8% confermando la giornata positiva di mercoledì, mentre il comparto bancario non riesce a ripetersi e riporta una flessione dello 0,9% facendo peggio del corrispondente indice europeo (-0,3%).
Senza particolari spunti macroeconomici il settore è stato movimentato da Unicredit (-1,7%). La banca ha infatti comunicato, nella tarda serata di mercoledì, che l’aumento di capitale da 13 miliardi partirà il 6 febbraio e si concluderà il 10 marzo ad un prezzo di 8,09 euro con uno sconto sul Terp del 38 per cento.
Sempre ieri è giunta la prima adesione formale con la Fondazione Cariverona che parteciperà fino al 73% della quota attuale pari al 2,23% e quindi manterrà l’1,6% del capitale post aumento.
Il cda di Unicredit ha inoltre approvato anche il Progetto Fino, che prevede la cessione di 17,7 miliardi di npe. L’operazione, realizzata attraverso una cartolarizzazione, sarà suddivisa in due fasi.
La prima prevede la cessione a Pimco e Fortress di una tranche, che avrà luogo al più tardi entro il secondo semestre del 2017. ll completamento della dismissione, la cosiddetta fase 2, si concluderà nel corso del Piano Strategico 2017-19.
Si riaccendono i riflettori anche sulla partita Generali (+1,8%) con Mediobanca che mette a segno un progresso dell’1,6% con volumi abbondantemente sopra la media dei tre mesi e pure sopra la media a 10 giorni e cioè quella che incorpora l’esplosione dei volumi succedutasi all’annuncio dell’interesse di Intesa verso il Leone di Trieste.
Da segnalare infine la caduta di Creval (-9,8%), una performance sulla quale ha pesato anche lo studio di Banca Akros con annessa proiezione sui risultati 2016 che indicano una perdita di 222 milioni e nessun dividendo. E tutto ciò ha accentuato le prese di profitto dopo il balzo del 31,6% sulla distanza di un mese, riportato alla chiusura di mercoledì.