Ferrari – La corsa di Ferrari non finisce nel 2016

La casa di Maranello ha chiuso un anno da record, con una forte crescita di tutti i principali aggregati economici superiore anche al consensus. Risultati che hanno innescato gli acquisti sul titolo, che ha aggiornato i massimi storici a 61,15 euro. La società ha inoltre fornito la guidance 2017, confermando come ci sia un ulteriore spazio di crescita anche attraverso il lancio di nuovi prodotti, sempre nel rispetto delle caratteristiche del marchio.

Ferrari ha archiviato il 2016 con risultati record, ben al di sopra delle stime degli analisti. Le consegne hanno raggiunto il target fissato nella guidance di 8.014 unità, con un incremento del 4,6% su base annua grazie alla crescita del 5% delle vendite dei modelli a 8 cilindri (V8), guidata dal successo sia della 488 GTB che della 488 Spider. In aumento del 4% le consegne dei modelli a 12 cilindri (V12), grazie al recente lancio sul mercato dei modelli GTC4Lusso e LaFerrari Aperta, che stanno andando a regime, e alla solida performance della F12tdf.

Il fatturato realizzato nel 2016 è aumentato dell’8,8% su base annua a 3,1 miliardi, in linea alla guidance, segnando un +9,4% a cambi costanti. Tra i singoli business, i ricavi da Motori sono stati quelli che hanno registrato l’incremento maggiore (+55% a/a) principalmente riconducibile alle forte vendite a Maserati e all’aumento delle entrate generate dalla fornitura ad altri team di Formula 1. Positivo anche il contributo delle Sponsorizzazioni, proventi commerciali e relativi al marchio (+11%), mentre i ricavi da Automobili e parti di ricambio hanno segnato un +5% a/a grazie all’aumento dei volumi della 488 GTB, della 488 Spider, della F12tdf, dei modelli recentemente lanciati GTC4Lusso e LaFerrari Aperta, della FXX K non omologata, del modello in edizione limitatissima F60 America, oltre che per il maggior contributo del nostro programma di personalizzazioni e dall’aumento dei prezzi dal quarto trimestre 2016.

A livello di gestione operativa, l’Ebitda adjusted ha registrato una crescita del 17,6% con un margine salito di 210 basis point al 28,3%, mentre l’Ebit adjusted è aumentato del 33,6% con un margine al 20,4% (+380 basis point).

Una dinamica che beneficia dell’aumento dei volumi anche grazie al lancio di nuovi modelli, insieme al contributo positivo del programma di personalizzazioni, oltre al migliore mix prodotto e l’aumento dei prezzi.

Si sottolinea che l’Ebit adjusted non comprende gli oneri par a 37 milioni dovuti alla decisione di rivedere le sue precedenti stime relative all’estensione della campagna mondiale di richiamo degli airbag Takata.

La bottom line evidenzia un utile netto in crescita del 38% a 400 milioni, beneficiando anche della diminuzione al 29,5% rispetto al 33,2% dell’esercizio 2015, in seguito all’effetto combinato della decisione del governo italiano di ridurre l’aliquota nominale al 24% e delle detrazioni per alcuni investimenti in ricerca e sviluppo.

Dal lato patrimoniale, l’indebitamento netto industriale è sceso a 653 milioni rispetto ai 797 milioni del 31 dicembre 2015. Variazione principalmente riconducibile alla generazione di cassa, in parte controbilanciata dalla distribuzione di dividendi.

Il management, inoltre, ha fornito la guidance 2017, prevedendo consegne per 8.400 unità, ricavi superiori ai 3,3 miliardi e un Ebitda adjusted superiore ai 950 milioni. Il target sull’indebitamento industriale, previsto superiore ai 500 milioni, implica probabilmente un aumento delle Capex (350 milioni) dovuto a un anticipo degli investimenti per il lancio della ibrida.

Secondo l’ad Sergio Marchionne gli obiettivi sopra elencati riflettono il giusto grado di prudenza, anche se risultano ampiamente in linea alle stime degli analisti, spiegando di non voler esporre il gruppo a target non realistici.

Nel corso della conference call, inoltre, il manager ha invocato prudenza per quanto riguarda la produzione di uno Suv nonostante la forte pressione esterna, in quanto bisogna essere attenti a non danneggiare il marchio con prodotti dalle caratteristiche diverse dal dna del Cavallino. Marchionne ha poi aggiunto “è probabilmente vero” che l’azienda saprebbe venderlo, ma faccio fatica a immaginare un’auto che può essere venduta da Ferrari e che non ha le dinamiche di guida di una delle nostre vetture per passeggeri”.

L’ad del gruppo non ha comunque escluso la possibilità di sviluppare nuovi prodotti, affermando che esiste “un ammontare fenomenale di terreno inesplorato per aumentare la varietà di prodotti. Ci sono modelli addizionali che questa casa può produrre con gli investimenti esistenti e che rispondono a necessità particolari dei nostri consumatori. Nei prossimi due o tre anni speriamo ci sia la presentazione di un certo numero di vetture che dimostrano l’adattamento del dna di Ferrari a diversi gusti”.