Le borse europee proseguono in territorio lievemente positivo, in attesa dei dati macro sul mercato del lavoro americano che verranno diffusi nel primo pomeriggio. Intorno alle 12.15 il Ftse Mib di Milano viaggia in rialzo di mezzo punto percentuale, sostanzialmente allineato al Ftse 100 di Londra e lievemente arretrato rispetto al Cac 40 di Parigi (+0,8%), mentre il Dax di Francoforte e l’Ibex 35 di Madrid sono rispettivamente a +0,2% e +0,4 per cento.
L’attenzione degli investitori si concentra oggi sulla pubblicazione, negli Stati Uniti, dei non farm payroll e del tasso di disoccupazione per il mese di gennaio. In mattinata, invece, sono stati resi noti gli indici Pmi servizi di gennaio di Italia, Francia, Germania, Regno Unito ed Eurozona, tutti ben al di sopra dei 50 punti che discriminano la crescita dalla recessione.
Nel dettaglio gli indicatori di Francia, Germania ed Eurozona sono stati lievemente superiori ai dati preliminari, quelli dell’Italia lievemente inferiori, mentre nel Regno Unito le stime sono state più ampiamente disattese.
Inoltre l’Istat ha diffuso la stima provvisoria di gennaio sull’inflazione, in lieve aumento (+0,2%) su base mensile a fronte del +0,4% di dicembre e in crescita dello 0,9% su base annua (+0,8% il consensus e +0,5% la rilevazione precedente). In calo del 2% su base congiunturale, invece, l’indice armonizzato UE dei prezzi al consumo (IPCA).
In attesa dei dati americani il dollaro recupera terreno nei confronti delle altre valute, con l’EUR/USD sceso a 1,074. In discesa lo yen (USD/JPY a 113,2 e EUR/JPY a 121,6) dopo che la Bank of Japan ha cominciato ad acquistare obbligazioni a tasso fisso in un’operazione non programmata.
Tra le materie prime, l’oro arretra dai massimi toccati ieri, adagiandosi intorno alla soglia di 1.215 dollari l’oncia. In rialzo, invece, il petrolio con il Brent (+0,6%) a 56,9 dollari e il Wti (+0,5%) a 53,8 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Bund-Btp si attesta in area 181 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 2,26 per cento.
Tornando a Piazza Affari, gli acquisti premiano TELECOM ITALIA (+3,2%), con Banca Imi che ha migliorato il giudizio sul titolo a ‘buy’ e alzato il target price da 0,97 euro a 1,08 euro, in attesa dei conti del quarto trimestre. Nel frattempo la controllata brasiliana Tim Partecipacoes ha chiuso il periodo ottobre-dicembre con ricavi netti in calo dell’1,7% su base annua. Positivi e in progresso i ricavi medi per utente (+9,2%) e l’Ebitda reported (+4,4%).
Denaro anche sui petroliferi ENI (+1,4%) e SAIPEM (+1,5%), oltre che su CAMPARI (+1,6%) dopo l’accordo per acquisire Bulldog London Dry Gin, società proprietaria dell’omonimo brand indipendente. Il prezzo dell’operazione sarà di 55 milioni di dollari, a cui si aggiungono il capitale circolante e le passività assunte per ulteriori 3,4 milioni di dollari.
Ben intonate le azioni FERRARI (+1,5%), sui massimi dopo i risultati record diffusi ieri. Nel corso della conference call l’Ad Sergio Marchionne ha definito prudente la guidance per l’esercizio in corso, soprattutto per quanto riguarda la generazione di cassa. Sul fronte Formula 1, inoltre, il manager ha dichiarato di stare valutando l’opportunità di acquisirne una quota.
In rialzo pure INTESA (+1,1%) che oggi riunisce il proprio board per l’approvazione dei risultati 2016. Nel frattempo l’istituto ha confermato la volontà di proseguire nella ricerca di possibili integrazioni industriali con GENERALI (-0,5%), anche se ha parzialmente tirato il freno su tempi e modalità di esecuzione. Ancora in calo UNICREDIT (-0,9%) dopo la forte volatilità che ha caratterizzato la seduta di ieri.
Prese di beneficio su FERRAGAMO (-1,3%), dopo il +6,2% delle ultime 5 sedute, con i riflettori puntati sull’investor day in programma oggi a Firenze, dove il nuovo Ad Eraldo Poletto presenterà il piano strategico per il futuro del gruppo.