Le borse europee mantengono l’intonazione positiva della mattinata, dopo la pubblicazione dei dati americani sul mercato del lavoro che hanno consentito agli indici di Wall Street un’apertura in rialzo fra lo 0,3 e lo 0,6 per cento.
Poco prima delle 16:00, nel Vecchio Continente, il Cac 40 di Parigi guadagna lo 0,8%, seguito dal Ftse 100 di Londra e dal Ftse Mib di Milano a +0,7% e dall’Ibex 35 di Madrid a +0,6 per cento. Più arretrato, invece, il Dax di Francoforte a +0,1 per cento.
L’attenzione degli investitori era focalizzata quest’oggi sui non farm payroll di gennaio diffusi dal Dipartimento del Lavoro americano, risultati in crescita di 227 mila unità a fronte delle 180 mila previste, grazie soprattutto all’aumento delle assunzioni nei settori delle costruzioni e del retail.
Un dato parzialmente controbilanciato, tuttavia, dal lieve incremento del tasso di disoccupazione, portatosi inaspettatamente al 4,8% contro il 4,7% del consensus e del mese precedente, oltre che dal rialzo inferiore alle attese dei salari.
Dati contrastanti che hanno generato una moderata volatilità sul cambio euro/dollaro, attualmente stabile sui valori della chiusura precedente a 1,076. In recupero lo yen (USD/JPY a 112,8 e EUR/JPY a 121,3) dopo il calo della mattinata conseguente alle misure intraprese dalla Bank of Japan.
L’agenda macro ha fornito spunti anche in Europa, con la diffusione in mattinata degli indici Pmi servizi di gennaio di Italia, Francia, Germania, Regno Unito ed Eurozona, tutti ben al di sopra dei 50 punti che discriminano la crescita dalla recessione.
Inoltre l’Istat ha diffuso la stima provvisoria di gennaio sull’inflazione, in lieve aumento (+0,2%) su base mensile a fronte del +0,4% di dicembre e in crescita dello 0,9% su base annua (+0,8% il consensus e +0,5% la rilevazione precedente).
Tra le materie prime, poco mosso il petrolio con Brent e Wti rispettivamente a 56,6 e a 53,6 dollari al barile. L’oro arretra dai massimi toccati ieri, tornando in area 1.217 dollari l’oncia.
Sull’obbligazionario, lo spread Bund-Btp si attesta in area 181 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 2,23 per cento.
Tornando a Piazza Affari, gli acquisti premiano TELECOM ITALIA (+3,2%), dopo i risultati della controllata brasiliana superiori alle aspettative degli analisti. Ben intonate anche le azioni FERRARI (+1,5%), che hanno toccato un nuovo massimo a quota 61,2 euro, in scia ai risultati record diffusi ieri.
In rialzo pure INTESA (+2%) che ha presentato risultati del quarto trimestre superiori alle attese per quanto riguarda il margine di intermediazione (4,172 miliardi), mentre l’utile netto si è attestato a 776 milioni, parzialmente penalizzato dai contributi derivanti dal sostegno del settore bancario.
L’utile netto per l’intero 2016 è pari a 3,1 miliardi e consente il pagamento dell’atteso dividendo da 3 miliardi. La banca conferma inoltre il solido profilo patrimoniale con un Cet1 pro-forma a regime pari al 12,9%, tenendo conto anche del dividendo proposto.
Denaro anche sui petroliferi ENI (+1,6%) e SAIPEM (+1,5%), oltre che su CAMPARI (+1,3%) dopo l’accordo per acquisire Bulldog London Dry Gin, società proprietaria dell’omonimo brand indipendente. Il prezzo dell’operazione sarà di 55 milioni di dollari, a cui si aggiungono il capitale circolante e le passività assunte per ulteriori 3,4 milioni di dollari.
Inversione di rotta per FERRAGAMO (+1,1%), dopo la presentazione del nuovo piano strategico. Il management punta a registrare un incremento del fatturato nel medio termine pari a circa due volte quello del mercato, ad una crescita di circa 200 bps del gross margin e alla riconquista della leadership nelle calzature, anche attraverso 15-20 nuovi store all’anno.