Apertura debole per i principali listini europei, che nelle prime battute della seduta scambiano lievemente al di sotto della parità. Intorno alle 9:25 il più penalizzato è il Dax di Francoforte, in calo di circa mezzo punto percentuale. Il Ftse Mib fa segnare un -0,4%, mentre il Cac 40 di Parigi e l’Ibex 35 di Madrid cedono lo 0,1 per cento. In frazionale rialzo, invece, il Ftse 100 di Londra, a +0,1 per cento.
Una partenza incerta, dunque, quella delle piazze continentali, in attesa delle parole del presidente della Bce, Mario Draghi, che interverrà oggi pomeriggio al Parlamento Europeo di Bruxelles, in occasione dell’audizione della Commissione per i problemi economici e monetari (ECON).
Pochi spunti dall’agenda macroeconomica odierna, dove spicca il dato sugli ordini all’industria in Germania, in crescita a dicembre del 5,2% su base mensile, a fronte del +0,7% stimato e del -3,6% precedente (rivisto al ribasso da 2,5%).
Sull’obbligazionario, i rendimenti dei titoli di Stato sulla scadenza decennale ripartono poco mossi, con il Btp al 2,27% e lo spread con il Bund in aumento a 186 punti base.
Sul Forex l’euro scivola a 1,076 nei confronti del dollaro e a 0,862 sulla sterlina, mentre lo yen è sostanzialmente invariato rispetto a moneta unica e biglietto verde.
Tra le commodities il petrolio scambia in frazionale rialzo, con Brent e Wti rispettivamente in area 56,8 e 54 dollari al barile. L’oro nero arrotonda così i guadagni della scorsa ottava, sostenuti dalle conferme del ministro del petrolio russo, Alexander Novak, sul rispetto dei tagli alla produzione. In particolare, degli 1,8 milioni di barili al giorno previsti dai tagli, 1,4 milioni (circa l’80%) sarebbero già stati ritirati dal mercato.
A Piazza Affari parte bene CNH, in rialzo del 2,7%, seguita da SAIPEM che rimbalza parzialmente (+1,5%) dopo i 10 punti percentuali persi durante la scorsa ottava in previsione di un quarto trimestre debole e una bassa visibilità sul 2017.
Acquisti su TELECOM ITALIA (+1,3%), che ha chiuso il 2016 con una crescita dell’Ebitda pari al 14,4% a 8,02 miliardi, grazie al taglio dei costi da 600 milioni, previsto al 2018, realizzato in nove mesi del 2016. Nel quarto trimestre i ricavi sono cresciuti del 5,3% su base reported e dello 0,8% su base organica, sostenuti dal secondo trimestre consecutivo di crescita del fatturato domestico (+2,7% dopo il precedente +1%) e da un marcato miglioramento di quello brasiliano.
Oggi il gruppo presenta a New York i risultati e l’aggiornamento di piano per il triennio 2017-2019, che prevede investimenti in Italia per 11 miliardi di cui circa 5 per la realizzazione accelerata delle reti ultra broadband.
In lieve rialzo anche FERRAGAMO (+0,5%), dopo la presentazione venerdì del nuovo piano strategico.
Nel giorno dell’avvio dell’aumento di capitale da 13 miliardi UNICREDIT apre in calo di circa il 2 per cento. L’istituto ha inoltre raggiunto l’accordo con i sindacati sui 3.900 esuberi previsti in Italia dal piano “Transform 2019”, completando così la fase di negoziati con le organizzazioni sindacali dei Paesi (Italia, Germania e Austria) nei quali il piano strategico della banca prevede riduzioni di personale.
Sulla parità TENARIS, dopo la diffusione dei dati Baker Hughes che hanno evidenziato un incremento settimanale di 15 unità nel numero di impianti di trivellazione in Nord America.
Poco mossa ENEL (-0,2%) che ha annunciato l’entrata in esercizio dei due impianti fotovoltaici Adams e Pulida, da 82,5 MW ciascuno, in Sudafrica; il completamento è avvenuto prima del previsto. I due parchi solari insieme sono in grado di produrre annualmente 318 GWh, pari al consumo annuo di circa 100 mila famiglie, ed eviteranno l’emissione di oltre 290 mila tonnellate di anidride carbonica all’anno.