Prosegue poco movimentata la seduta delle borse europee, che poco prima delle 12:00 scambiano poco distanti dalla parità. In lieve rialzo il Cac 40 di Parigi (+0,3%), il Ftse 100 di Londra (+0,2%) e il Dax di Francoforte (+0,1%), mentre viaggia sostanzialmente invariato l’Ibex 35 di Madrid. In calo, invece, Milano con il Ftse Mib (-0,3%) appesantito dalle banche.
Sul fronte macro l’agenda di oggi appare povera di appuntamenti significativi, mentre i mercati attendono l’intervento di questo pomeriggio del presidente della Bce Mario Draghi a Bruxelles.
Tra le materie prime, l’aumento della produzione Usa limita i guadagni del petrolio con il Brent (-0,2%) a 56,7 dollari e il Wti (+0,1%) a 53,9 dollari. I dati pubblicati venerdì sera dalla società Baker Hughes, infatti, hanno mostrato un aumento del numero di impianti di trivellazione in nord America, tornato vicino ai massimi dell’estate 2015.
In rialzo l’oro che si riporta oltre quota 1.220 dollari l’oncia sfruttando anche l’indebolimento della moneta americana. Il biglietto verde, infatti, perde terreno nei confronti delle altre valute, con l’EUR/USD a 1,074 e l’USD/JPY a 112,6, dopo che i dati sul mercato del lavoro a stelle e strisce hanno ridimensionato le aspettative per un aumento aggressivo del costo del denaro.
I dati diffusi venerdì hanno mostrato un aumento a gennaio dei posti di lavoro nel settore non agricolo superiore alle attese, ma la debole crescita dei salari potrebbe spingere la Fed ad assumere un approccio più cauto per quanto riguarda il rialzo dei tassi di interesse.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Bund-Btp risale in area 190 punti con il rendimento del decennale italiano al 2,31 per cento. Un rialzo che segue l’andamento dei titoli di stato francesi, il cui differenziale con il pari scadenza tedesco si è portato sui massimi da tre anni in area 70 punti base sui timori di una vittoria dell’antieuropeista Marine Le Pen alle presidenziali di aprile.
Tornando all’azionario italiano, le banche frenano Piazza Affari, con UBI (-1,2%), BANCO BPM (-1,8%) e BPER (-2,1%). Giù anche UNICREDIT (-3,4%) nel giorno dell’avvio dell’operazione di aumento di capitale, mentre viaggia in controtendenza INTESA (+0,5%) ancora in scia ai risultati trimestrali.
Per quanto riguarda la questione con GENERALI (-1,2%), oggi dovrebbe riunirsi il Comitato Investimenti e Operazioni Strategiche del Leone per studiare possibili mosse difensive per salvaguardare l’indipendenza del gruppo, dopo che il Ceo di Intesa ha ribadito di stare valutando una combinazione industriale tra le due società.
Deboli anche i titoli del lusso con LUXOTTICA (-1,8%) e FERRAGAMO (-0,9%). In particolare sulla maison fiorentina gli analisti restano cauti, dopo la presentazione venerdì scorso del nuovo piano strategico del gruppo. Diversi broker hanno aggiornato le proprie raccomandazioni e i target price sul titolo, mostrando una prevalenza dei giudizi neutrali.
Brilla invece TELECOM ITALIA (+3,9%), fresca di conti e della presentazione del nuovo piano strategico, miglior titolo del Ftse Mib subito dietro CNH (+5%). Tra i petroliferi, infine, bene SAIPEM (+1,2%) che beneficia anche della promozione di Jeffries da neutral a buy con traget price a 0,6 euro dai precedenti 0,43 euro.