A 20 minuti dall’apertura delle contrattazioni i futures sui principali indici continentali scambiano intorno alla parità, preannunciando un avvio poco mosso per le borse europee, in linea con l’andamento di stamattina dei listini asiatici.
Questi ultimi, infatti, hanno registrato variazioni contenute, appesantiti da problemi locali sia finanziari che politici. In particolare, si segnala l’incremento dei tassi sui pronti contro termine offerti dalla Banca Centrale Cinese sulle scadenze brevi, una forma di restrizione monetaria che in passato ha provocato grosse turbolenze sui mercati finanziari.
Il tutto nonostante la chiusura positiva di Wall Street, dove gli indici hanno archiviato la seduta di venerdì con rialzi superiori al mezzo punto percentuali, agevolati dal dato sul mercato del lavoro di gennaio, migliore delle attese per quanto riguarda le nuove assunzioni, oltre che dalla modifica da parte di Trump del Dodd-Frank. Un atto che cancella così alcune delle restrizioni operative nei confronti delle Banche istituite dopo la crisi finanziaria del 2008.
Pochi spunti dall’agenda macroeconomica odierna, dove spicca il dato sugli ordini all’industria in Germania, in crescita a dicembre del 5,2% su base mensile, a fronte del +0,7% stimato e del -3,6% precedente (rivisto al ribasso da 2,5%).
Attesa invece per le parole del presidente della Bce, Mario Draghi, che interverrà al Parlamento Europeo di Bruxelles in occasione dell’audizione della Commissione per i problemi economici e monetari (ECON).
A Piazza Affari occhi puntati su TELECOM ITALIA, che ha chiuso il 2016 con una crescita dell’Ebitda pari al 14,4% a 8,02 miliardi, grazie al taglio dei costi da 600 milioni, previsto al 2018, realizzato in nove mesi del 2016. Nel quarto trimestre i ricavi sono cresciuti del 5,3% su base reported e dello 0,8% su base organica, sostenuti dal secondo trimestre consecutivo di crescita del fatturato domestico (+2,7% dopo il precedente +1%) e da un marcato miglioramento di quello brasiliano.
Oggi il gruppo presenta a New York i risultati e l’aggiornamento di piano per il triennio 2017-2019, che prevede investimenti in Italia per 11 miliardi di cui circa 5 per la realizzazione accelerata delle reti ultra broadband.
Attenzione anche su UNICREDIT che ha raggiunto l’accordo con i sindacati sui 3.900 esuberi previsti in Italia dal piano “Transform 2019”, completando così la fase di negoziati con le organizzazioni sindacali dei Paesi (Italia, Germania e Austria) nei quali il piano strategico della banca prevede riduzioni di personale.