Ubi – Si rafforza il nocciolo duro

Si rafforza, anche se di pochi punti percentuali, il patto bresciano di Ubi. Il Sindacato azionisti Ubi Banca ha pubblicato il 31 gennaio un avviso per comunicare l’ingresso nel patto di un nuovo socio e l’incremento della percentuale di azioni sindacate al 13,67 per cento. Poco rispetto al fronte precedente, ma significativo per indicare la volontà di dare all’ex popolare un azionariato di riferimento in grado di indirizzare le scelte strategiche dell’istituto.

Il 13,67% del capitale della componente bresciana vede tra i principali partecipanti la famiglia Bazoli, la famiglia Lucchini e la famiglia Zaleski, attraverso la Società Camuna di Partecipazioni che ha apportato una quota pari al 3,38% del capitale della banca.

Ma il nocciolo duro di Ubi, oltre che al ramo della Leonessa, può contare sulla componente bergamasca, riunita nel patto dei Mille cui fa capo il 3,4% del capitale e che vede tra i principali aderenti la famiglia Zanetti. E sulla quota della Fondazione Cassa Risparmio di Cuneo, che possiede il 5,91% della banca. La Fondazione Banca del Monte, invece, ha apportato la sue quota del 5,2% al patto bresciano.

In totale, quindi, Ubi banca può contare su un nucleo stabile di azionisti pari al 22,97% del capitale. Non bisogna tuttavia dimenticare l’importanza dei fondi comuni d’investimento dove spicca la presenza dell’anglosassone Silchester che detiene il 5,123% del capitale.

Nella seduta di oggi a Piazza Affari, le azioni di Ubi registrano alle 12:05 un calo dell’1,1% al prezzo di 3,18 euro, tenendo un po’ meglio rispetto all’indice Ftse Italia Banche che lascia sul terreno l’1,2 per cento.