Il Ftse Mib inizia l’ottava in flessione del 2,2% anche a causa del rialzo dello spread che si è portato sulla soglia dei 200 punti base, nuovo record negativo da febbraio 2014. A risentirne particolarmente è stato il comparto bancario, lasciando sul terreno il 4,7% e sotto-performando l’indice europeo (-2,3%).
E tutto ciò nonostante il presidente della Bce, Mario Draghi, di fronte al Parlamento Europeo, abbia rimarcato che l’economia della zona Euro ha ancora bisogno del sostegno della Banca Centrale e che ci sono ancora rischi di rallentamento a causa di fattori globali.
Il segno meno ha caratterizzato pressoché tutti i titoli bancari con la sola eccezione di Banco Desio (+3,1%).
Nel Ftse Mib Intesa Sanpaolo è quella che è riuscita a tenere meglio (-2,4%) anche perché i risultati riportati nell’ultimo trimestre ne hanno confermato sia la solidità con un Cet1 del 12,9% sia la redditività con la quale garantire la distribuzione del dividendo da 3 miliardi.
Unicredit ancora sotto i riflettori con un crollo del 6,9% nel giorno in cui è partita la ricapitalizzazione da 13 miliardi e pur avendo raggiunto un accordo con i sindacati per l’uscita di 3.900 risorse in Italia, in linea con quanto previsto nel piano strategico.