Il cda del gruppo di Trieste avrebbe esaminato ieri la possibilità di sostituire il prestito titoli con cui controlla il 3% di Intesa, con l’acquisto di opzioni. Intanto a Piazza Affari si nota una pausa di riflessione sui titoli coinvolti nel possibile riassetto.
Calma piatta a Piazza Affari su Generali. Oggi a Piazza Affari le azioni del gruppo di Trieste mostrano una leggera flessione (alle ore 10:50 -0,41% a 14,58 euro) ma con volumi risicati (5,9 milioni di titoli scambiati contro la media degli ultimi 3 mesi pari a 12,4 milioni). Debole calo anche per Intesa che segna un calo dell’1,1% a 2,16 euro, anche in questo caso con flebili volumi: 35 milioni, contro una media di 132,4 milioni. Stesso discorso per le azioni di Mediobanca che lasciano sul terreno l’1,66% a 7,68 euro, mentre sono passati di mano solo 1,2 milioni di titoli contro il volume medio di 6,1 milioni.
Il mercato si prende una pausa di riflessione per cercare di intuire meglio quali saranno le prossime mosse dei protagonisti dell’atteso riassetto della finanza tricolore. Proprio ieri si è riunito il cda di Generali e il comitato di investimento della compagnia di assicurazione che ha esaminato le ipotesi strategiche sul tappeto per difendersi da eventuali scalate, ora che le mosse di Intesa hanno evidenziato il fatto che il gruppo del Leone potrebbe essere una preda molto appetibile.
Il primo ragionamento riguarderebbe il pacchetto pari al 3% di azioni Intesa prese a prestito dal gruppo guidato da Philippe Donnet per proteggersi da un’eventuale offerta da parte di Intesa, ricorrendo ai divieti che scattano con le norme sulle partecipazioni incrociate. Quello del prestito titoli non è considerato lo strumento tecnico più efficiente per raggiungere tale scopo e il vertice del gruppo triestino avrebbe preso in considerazione di sostituire la posizione con degli strumenti derivati.
Ma Intesa non è l’unico soggetto che potrebbe essere attratto dagli asset del Leone. Proprio recentemente l’Ad del colosso tedesco Allianz ha affermato che la crescita per le compagnie è indispensabile. Un discorso che vale anche per la francese Axa, anche se i suoi vertici hanno dichiarato di non essere interessati a Generali. In ogni caso la compagnia italiana potrebbe pensare di diventare da preda a conquistatore. Una strategia che avrebbe anche un’implicazione difensiva. L’aumento delle dimensioni renderebbe più costosa l’eventuale offerta da parte di un concorrente. Per questo a Trieste penserebbero di nominare un advisor per vagliare le opportunità sui mercati strategici per il gruppo.