Prosegue in marginale rialzo la seduta delle borse europee, sostanzialmente stabili dopo l’apertura in lieve rialzo di Wall Street. A Milano il Ftse Mib si stacca leggermente dalla parità e fa segnare intorno alle 16:10 un progresso dello 0,3%, arretrato rispetto al Dax di Francoforte (+0,8%) e al Ftse 100 di Londra (+0,7%). Oscillano intorno alla parità, invece, l’Ibex 35 di Madrid (+0,2%) e il Cac 40 di Parigi (-0,1%), penalizzato dalle tensioni politiche in territorio francese.
Resta sotto osservazione lo spread Btp-Bund, risalito ieri fino a 200 punti base, anche se oggi il differenziale tra il decennale italiano e quello tedesco allenta lievemente la tensione scendendo a 195 punti base, con il rendimento del governativo nazionale in area 2,31 per cento.
Ad aggiungere preoccupazioni sul Belpaese giunge anche il nuovo aumento del debito Target2, con le passività sul sistema di pagamento dell’Eurosistema che fanno segnare a gennaio un nuovo massimo storico a quota 364,733 miliardi.
In assenza di particolari spunti macroeconomici, continua la risalita del dollaro nei confronti dell’euro, con il cambio EUR/USD che raggiunge quota 1,067, condizionato anche dalle minacce di Marine Le Pen di abbandonare la moneta unica in caso di vittoria alle presidenziali francesi. Il biglietto verde rimonta anche nei confronti dello yen con il cambio USD/JPY che recupera fino a quota 112,4.
Tra le materie prime, l’oro approfitta dell’incertezza politica in Europa e negli Stati Uniti per bucare al rialzo la soglia dei 1.230 dollari l’oncia. In calo di circa un punto e mezzo il petrolio, con le quotazioni di Brent e Wti rispettivamente a 54,9 e 52,1 dollari al barile, influenzate dalle previsioni di un aumento delle scorte americane.
Tornando a Piazza Affari, gli acquisti premiano in particolare AZIMUT (+3,5%), MONCLER (+2,6%), RECORDATI (+2,2%) e FINECO (+1,9%). Quest’ultima ha reso noti i risultati del quarto trimestre 2016, chiuso con un aumento dell’1,1% su base annua del margine d’intermediazione, una crescita del risultato netto di gestione pari al 16,6% e un incremento del 17,1% dell’utile netto. Il gruppo ha registrato una raccolta netta positiva pari a 265 milioni a gennaio 2017 e un miglioramento degli indici patrimoniali, con il Cet1 salito al 22,90% dal 21,39% di fine 2015.
Ben intonata UNICREDIT (+1,1%), nel secondo giorno dell’operazione di aumento di capitale, mentre tra i bancari soffrono BANCO BPM (-3,9%) e BPER (-2,3%). Entro il 21 febbraio dovrebbe essere approvato il decreto ‘salva-risparmio’, il provvedimento varato dal Governo per mettere in sicurezza il sistema creditizio. Ieri Camera e Senato hanno dato il via libera ad alcune modifiche, ma non verrà ritoccata al rialzo la soglia dell’attivo per la trasformazione delle banche popolari in spa, ora fissata ad 8 miliardi.
Nel comparto automotive proseguono gli acquisti su CNH (+1,5%), confermato da Goldman Sachs nella Conviction Buy List, mentre soffre FCA (-2,2%), ancora condizionata dai timori legati al problema delle emissioni, in particolare dall’apertura di nuove indagini in Francia.
Poco mossa GENERALI (+0,3%), il cui cda avrebbe esaminato ieri la possibilità di sostituire il prestito titoli con cui controlla il 3% di INTESA (-1%) con l’acquisto di opzioni. Nel frattempo il presidente della banca, Gian Maria Gros-Pietro, ha affermato che Generali “non ha niente da cui difendersi” e che se ci saranno opportunità per delle combinazioni con la compagnia triestina verrà reso noto.
Infine, in rialzo dell’1,4% YOOX, che oggi pubblicherà il preconsuntivo.