Dopo una mattinata volatile le borse europee prendono decise la via del ribasso, con il Ftse Mib di Milano che intorno alle 16:05 segna una perdita dell’1,2%, peggior performance tra i listini continentali. Il Ftse 100 di Londra e il Dax di Francoforte cedono fra lo 0,4 e lo 0,5%, l’Ibex 35 lascia sul terreno lo 0,8%, mentre il Cac 40 di Parigi (-0,3%) resiste poco sotto la parità.
Nel frattempo, a Wall Street, anche gli indici americani hanno aperto in lieve ribasso, dopo gli ennesimi nuovi record toccati ieri dal Dow Jones e dal Nasdaq.
In una giornata priva di appuntamenti rilevanti continuano a tenere banco le incertezze politiche che rischiano di mettere a repentaglio la sopravvivenza dell’Unione europea. Resta sotto osservazione la situazione in Francia, dove i sondaggi danno Marine Le Pen in vantaggio per il primo turno delle presidenziali, anche se la candidata di estrema destra sarebbe nettamente sfavorita al ballottaggio.
A ciò si aggiungono pure le rinnovate tensioni attorno alla situazione della Grecia, che ha incassato un nuovo monito da parte del Fondo Monetario Internazionale, preoccupato dello stallo nelle trattative con i creditori internazionali.
Timori che hanno pesato in particolare sulla moneta unica, con il cambio EUR/USD sceso a 1,065 per poi tornare nelle ultime battute in area 1,067, complice la debolezza del dollaro. Il clima di incertezza, inoltre favorisce le valute percepite come beni di rifugio, quali yen (USD/JPY a 111,7) e franco svizzero.
Si allenta la pressione sul mercato obbligazionario, dove calano i rendimenti dei bond governativi sulla scadenza decennale. In particolare il tasso del Btp scende al 2,26%, riducendo lo spread con il Bund a 196 punti base.
Tra le materie prime, l’oro approfitta della nuova debolezza del dollaro per salire a quota 1.244 dollari l’oncia, mentre il petrolio arretra in scia alle previsioni di consumi in calo e le prospettive di aumento della produzione. In attesa dei dati settimanali Eia sulle scorte Usa, che dall’accordo raggiunto in novembre dall’Opec hanno in realtà perso in parte la funzione di catalyst di mercato, il Brent (-0,7%) viaggia a 54,7 dollari e il Wti (-0,9%) a 51,7 dollari.
Tornando a Piazza Affari, gli acquisti premiano il comparto delle utilities, con TERNA (+2,4%), ENEL (+2,1%), A2A (+1,8%), SNAM (+1,7%) e ITALGAS (+1%) in vetta al listino principale. Il settore beneficia in parte del calo dei rendimenti obbligazionari ed Enel è sostenuta anche dalla promozione del giudizio sul titolo da parte di Morgan Stanley da ‘equal’ ad ‘overweight’.
In rosso invece i petroliferi in scia al ribasso del greggio, con ENI (-2,1%), TENARIS (-3,9%) e SAIPEM (-2,9%).
Tra i bancari inverte la rotta UNICREDIT (-0,4%) al terzo giorno dell’operazione di aumento di capitale. In calo INTESA (-2,9%) che dovrebbe ricevere entro il prossimo 20 marzo le offerte vincolanti per l’acquisto di un portafoglio di npl da 2,5 miliardi. Negativa pure MEDIOBANCA (-2,8%) in attesa dei risultati.
In fondo al Ftse Mib scivolano LEONARDO (-3,6%), BPER (-3,6%), BANCA MEDIOLANUM (3,9%), che nel mese di gennaio ha raccolto 268 milioni e YOOX (-3,6%) in scia alla comunicazione dei dati sulle vendite del quarto trimestre 2016, che nonostante il progresso rispetto al pari periodo 2015 sono risultate inferiori alle attese del mercato.
Fuori dal listino principale spiccano i rialzi di RAI WAY (+7,9%) ed EI TOWERS (+3,3%), dopo la riapertura del sottosegretario allo Sviluppo con delega alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, al consolidamento del settore delle torri.