Seduta all’insegna della volatilità per Piazza Affari, con il Ftse Mib che archivia le contrattazioni in rialzo dello 0,6% a 18.772 punti. Chiudono intorno alla parità, invece gli altri indici europei, con il Cac 40 di Parigi a +0,3%, il Ftse 100 di Londra e il Dax di Francoforte flat e l’Ibex 35 di Madrid in flessione dello 0,1 per cento.
La rimonta nel finale del listino italiano è stata agevolata dall’intensificarsi degli acquisti sulle utilities e dal recupero dei bancari, su cui potrebbe aver influito la decisione del governo di porre la questione di fiducia, nell’Aula del Senato, sul decreto salva-banche. Il decreto dovrà essere convertito in legge entro il 21 febbraio e il ricorso alla fiducia rappresenta un passaggio necessario per consentire alla Camera di votarlo prima della scadenza.
La giornata europea, priva di appuntamenti macro rilevanti, è stata nuovamente contraddistinta dalle incertezze politiche che minacciano la sopravvivenza dell’Unione europea. Osservata speciale resta la Francia, dove i sondaggi danno Marine Le Pen in vantaggio per il primo turno delle presidenziali, anche se la candidata di estrema destra sarebbe nettamente sfavorita al ballottaggio.
A ciò si aggiungono le rinnovate tensioni attorno alla situazione della Grecia, che ha incassato un nuovo monito da parte del Fondo monetario internazionale, preoccupato dello stallo nelle trattative con i creditori internazionali.
Timori che hanno pesato in particolare sulla moneta unica, con il cambio EUR/USD sceso a 1,065 per poi tornare nel corso del pomeriggio in area 1,07, complice la debolezza del dollaro. Il clima di incertezza, inoltre favorisce le valute percepite come beni di rifugio, quali yen (USD/JPY a 111,8) e franco svizzero.
Si allenta la pressione sul mercato obbligazionario, dove calano i rendimenti dei bond governativi sulla scadenza decennale. In particolare il tasso del Btp scende al 2,23%, riducendo lo spread con il Bund a 193 punti base.
Tra le materie prime, l’oro approfitta della nuova debolezza del dollaro per salire a quota 1.244 dollari l’oncia. In lieve rialzo anche il petrolio, con Brent e Wti rispettivamente a 55,3 e 52,4 dollari al barile, dopo i dati ufficiali dell’Eia sulle scorte americane che hanno evidenziato un aumento di circa 13,8 milioni di barili delle riserve di greggio ma anche un calo inatteso degli stock di benzina (circa 0,9 milioni).
Tornando a Piazza Affari, gli acquisti premiano il comparto delle utilities, con TERNA (+3,7%), A2A (+3%), SNAM (+2,9%), ENEL (+2,8%) e ITALGAS (+2,3%) tra le migliori del listino principale. Il settore beneficia in parte del calo dei rendimenti obbligazionari ed Enel è sostenuta anche dalla promozione del giudizio sul titolo da parte di Morgan Stanley da equal ad overweight.
Acquisti sostenuti anche su BANCO BPM, che chiude in vetta al Ftse Mib a +4,1 per cento. Tra gli altri bancari, bene MEDIOBANCA (+1,4%) in attesa dei risultati, UBI (+1,3%), BPER (+1,2%) e UNICREDIT (+1,1%) al terzo giorno dell’operazione di aumento di capitale. Recupero finale anche per INTESA, che termina poco sotto la parità a -0,2 per cento. L’istituto guidato da Messina dovrebbe ricevere entro il prossimo 20 marzo le offerte vincolanti per l’acquisto di un portafoglio di npl da 2,5 miliardi.
In rosso invece i petroliferi, con ENI a -0,4%, SAIPEM a -1,4% e TENARIS a -2,2 per cento.
In fondo al Ftse Mib scivolano STM (-2,5%), BANCA MEDIOLANUM (-2,5%) che nel mese di gennaio ha raccolto 268 milioni e YOOX (-1,9%) in scia alla comunicazione dei dati sulle vendite del quarto trimestre 2016, che nonostante il progresso rispetto al pari periodo 2015 sono risultate inferiori alle attese del mercato.
Fuori dal listino principale spiccano i rialzi di RAI WAY (+10,1%) ed EI TOWERS (+3,4%), dopo la riapertura del sottosegretario allo Sviluppo con delega alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, al consolidamento del settore delle torri.