Bper – Poste non ricorrenti e contributi ai fondi pesano sul 4Q 2016

Il gruppo Bper chiude il quarto trimestre con una perdita di circa 87 milioni. Il margine d’intermediazione diminuisce del 33,6% a 504,6 milioni, scontando soprattutto la flessione dei profitti da trading (-89% a/a). Il calo dei ricavi è stato solo parzialmente compensato da una riduzione dei costi operativi (-7,1% a/a) e delle rettifiche su crediti (-22% a/a). Resta sempre a livelli molto alti il Cet1 phased in al 13,8% rispetto allo Srep 7,25% richiesto dalla Bce.

Nel quarto trimestre dell’esercizio 2016 il gruppo Bper ha riportato un calo del 33,6% a 504,6 milioni del margine d’intermediazione.

Nel dettaglio il margine d’interesse è diminuito del 2,9% rispetto al quarto trimestre 2015, attestandosi a 294,3 milioni, a causa soprattutto dei bassi tassi che hanno caratterizzato il mercato. Più consistente la riduzione dei profitti da trading (-89% a/a), scesi a 29,4 milioni rispetto ai 266 milioni del 2015 che tuttavia comprendevano poste straordinarie per 243 milioni derivanti dalla cessione di una quota rilevante in Icbpi (174,3 milioni) e dal realizzo della riserva available for sale preesistente a seguito di un’acquisizione di partecipazioni in Arca.

I costi operativi scendono del 7,1%, passando a 351,9 milioni dai 378,8 milioni del quarto trimestre 2015. La differenza è imputabile principalmente alla presenza nello scorso esercizio di oneri straordinari per l’incentivazione all’esodo e per il Fondo di solidarietà. Si precisa che tale voce, in entrambi gli esercizi, è gravata da oneri di sistema tra cui quelli al Fondo di Risoluzione, Fondo di Garanzia dei Depositi e Fondo Interbancario Tutela dei Depositi.

Gli accantonamenti straordinari aumentano a 38,8 milioni dai 12,2 milioni del pari periodo 2015, includendo svalutazioni per 28,3 milioni effettuate sulle quote detenute nel Fondo Atlante.

Tali dinamiche portano il risultato netto ad una perdita di 86,9 milioni, contro un utile di 138 milioni riportato nel quarto trimestre 2015, che comunque risentiva di proventi straordinari nei ricavi precedentemente evidenziati.

Il cda ha proposto la distribuzione di un dividendo unitario di 0,06 euro, inferiore de 40% rispetto alla cedola da 0,1 euro staccata sul risultato del 2015, per un importo complessivo di 29 milioni di euro.

A livello patrimoniale si segnala che gli indici di solidità si esprimono su livelli molto alti, con il Cet1 phased-in al 13,8% rispetto allo Srep al 7,25% richiesto dalla Bce.