La multinazionale di Casale ha pubblicato i risultati preliminari 2016 che nel complesso hanno evidenziato ricavi sostanzialmente stabili, Ebitda in crescita e indebitamento finanziario netto in calo.
In particolare, i consumi di cemento e clinker nel 2016 ammontano a 25,6 milioni di tonnellate, sostanzialmente in linea col pari periodo, così come quelli di calcestruzzo a 11,9 milioni di metri cubi. Nel complesso i ricavi netti si sono attestati a 2.669 milioni.
Scomponendo i risultati per area geografica, notiamo che l’Italia, che conta circa il 14% del totale, ha segnato un calo del 1,6% a 375 milioni. Il dato negativo però è quello relativo alla domanda di cemento che si è attestata a 18,7 milioni di tonnellate, chiudendo con una variazione negativa del 4,7%. Si chiude così il decimo anno consecutivo di calo della domanda (-60% rispetto al massimo storico del 2006). Va sottolineato che il settore immobiliare ha evidenziato segnali di stabilizzazione, nonostante le più incerte prospettive nel comparto non residenziale, mentre gli investimenti in costruzioni hanno presentato, nell’insieme, un leggero segno positivo, più robusto solo nella riqualificazione degli immobili residenziali.
Per quanto riguarda l’Europa Centrale, mercato maturo, la Germania ha registrato ricavi a 573 milioni, in linea con lo scorso anno, i consumi di cemento sono aumentati del 3,4%, mentre la domanda di oil well cement (cemento usato nel comparto petrolifero) ha registrato solo nel quarto trimestre segnali di recupero probabilmente da attribuire all’aumento dei prezzi del greggio. I volumi di calcestruzzo sono cresciuti del 1,6%, mentre la variabile prezzo ha registrato un lieve calo. Lussemburgo e Paesi Bassi hanno registrato ricavi a 176 milioni a 169 milioni nell’esercizio precedente (+3,9%).
In Europa Orientale, la Polonia ha visto una buona crescita dei volumi sia del cemento (+11,9%) che del calcestruzzo (+6,6%). Il fatturato però a 95 milioni (-1,8% a/a) è stato penalizzato dalla svalutazione della moneta locale e dalla variabile prezzo. In Ucraina, si sono concretizzati più solidi segnali di stabilizzazione e di avvio verso un percorso di crescita. ricavi di vendita si sono attestati a 80 milioni, rispetto a 70 milioni raggiunti nel 2015 (+14,3%). La traduzione del fatturato in euro è stata penalizzata dal continuo deprezzamento della valuta locale (effetto cambio sfavorevole di 13,2 milioni). In Russia, il deciso miglioramento della produzione industriale, la ripresa della domanda interna e l’andamento favorevole delle esportazioni, avvantaggiate dalla debolezza del rublo, hanno irrobustito il quadro economico, che ha assimilato gli effetti causati dalle misure restrittive imposte e dal crollo del prezzo del petrolio. I ricavi netti si sono attestati a 154 milioni, rispetto a 167 milioni del precedente esercizio (-7,4%). La svalutazione del rublo ha inciso negativamente sul fatturato per 13,8 milioni; a cambi costanti, i ricavi sarebbero aumentati di 0,9 per cento.
Gli Usa hanno registrato un fatturato complessivo da 1.109 a 1.118 milioni (+0,8%). L’andamento del dollaro ha favorito marginalmente il fatturato; a parità di cambio i ricavi sarebbero cresciuti infatti di +0,6%. Sfavorevole invece la dinamica dei prezzi soprattutto nel settore cemento. La vendita di oil well cement ha dato qualche segnale di miglioramento durante l’inverno. I volumi di cemento hanno registrato un lieve calo.
L’indebitamento finanziario netto a fine 2016 ammonta a 942 milioni, in diminuzione di 88 milioni rispetto ai 1.030 milioni di fine 2015. Il miglioramento della posizione finanziaria netta è stato realizzato grazie al flusso dell’attività operativa, dopo aver pagato 75 milioni destinati al rinnovamento dello stabilimento produttivo di Maryneal, Texas.
Commento
In attesa dei risultati consolidati complessivi 2016, che saranno pubblicati il 30 marzo, quando il management del gruppo comunicherà anche la guidance 2017, possiamo trarre qualche spunto da quella rilasciata da Cemex, colosso americano del settore.
La multinazionale americana si attende per l’anno in corso volumi di cemento e calcestruzzo in crescita nel range 1-3% e dello 0-3% per gli aggregati. Negli Usa in ambo e tre i settori Cemex si attende un incremento dei volumi del 1-3% e dello 0-3% in Messico. Se dunque consideriamo queste le forchette di crescita dei volumi possiamo quanto meno osservare che il tasso di crescita negli Usa è allineato a quello 2016/2015 (+2%, +2,9% per Buzzi).
Cemex invece si attende un rallentamento nei volumi di cemento in Messico (+4% nel 2016). Ricordiamo che Buzzi nel Paese centro americano aveva registrati nel 2015 volumi in crescita a/a del 11,1 per cento.
Nel medio termine, a nostro avviso, il principale catalyst di mercato per il titolo italiano, già in prossimità dei massimi storici, restano le future scelte d’investimento e fiscali del neo presidente Trump. Importante poi sarà anche l’evoluzione della situazione in Italia dove il business del cemento stenta ancora a ripartire e dove conitinua ad essere necessario un percorso di consolidamento del mercato.