Nel 4° trimestre 2016 Ubi ha riportato un margine di intermediazione di 788,4 milioni, in calo del 13,4% rispetto allo stesso periodo del 2015 quando però aveva beneficiato di una componente non ricorrente. L’andamento del margine di intermediazione riflette una riduzione del margine di interesse (-6,1% a/a a 368,1 milioni), compensata in parte dall’aumento della componente commissionale (+4,7% a/a a 346,2 milioni). L’istituto ha registrato una perdita di 76 milioni, dopo rettifiche su crediti per 191,8 milioni.
Ma passiamo all’analisi in dettaglio delle voci del conto economico, riportate nella seguente tabella.
Il margine d’intermediazione si è attestato a 788,9 milioni, in diminuiti del 13,4% sul pari periodo del 2015, scontando l’andamento delle principali voci del core business.
Nello specifico, il margine d’interesse ha subito un calo del 6,1% a 368,1 milioni, a seguito delle dinamiche dei tassi di interesse di mercato.
Le commissioni nette, invece, hanno segnato un progresso del 4,7% a/a fissandosi a 346,2 milioni, grazie anche alle commissioni di performance pari a 18,3 milioni.
I profitti da trading sono diminuiti del 68,8% a 47,4 milioni, una dinamica in gran parte riconducibile al venir meno di una componente non ricorrente di 82,2 milioni contabilizzata nel 2015, legata alla cessione parziale di una partecipazione.
Gli oneri operativi risultano in contrazione del 5,5% a 598,4 milioni. Nel dettaglio, le spese per il personale si sono mantenute sostanzialmente stabili (-0,3% a/a a 322 milioni), mentre le altre spese amministrative, in cui sono inclusi contributi di sistema per 74 milioni, si sono ridotte del 10,9% a 276,9 milioni.
Le rettifiche su crediti hanno assorbito 191,8 milioni, diminuite del 21,7% rispetto all’ultimo trimestre del 2015 grazie anche al miglioramento della qualità dei crediti.
Le poste straordinarie nette saldano con un importo negativo di 70,9 milioni, riferito in massima parte alla svalutazione della quota del fondo Atlante per 73 milioni.
Il conto economico si chiude con una perdita netta di 76 milioni.
Dal lato patrimoniale si segnala che il Cet1 fully loaded è pari all’11,22% rispetto all’11,28% di settembre 2016. L’aumento di capitale riservato al riacquisto delle minorities presenti nelle Banche Rete, principalmente mediante emissione di azioni Ubi ha consentito di compensare l’impatto negativo dei contributi di sistema e la svalutazione della quota del fondo Atlante. Queste voci hanno invece inciso negativamente sul Cet1 ratio “phased in”, che al 31 dicembre 2016 è leggermente sceso all’11,48% dall’11,68% di settembre 2016.