Bper – Interessata alle quote di Arca di Pop. Vicenza e Veneto Banca

Si riapre il dossier Arca. Veneto Banca e Popolare di Vicenza avrebbero infatti iniziato dei colloqui ufficiosi per sondare l’interesse del mercato per le quote detenute dai due istituti in Arca Sgr.

Le due banche venete sono infatti impegnate in un piano di rilancio che passerà per un aumento di capitale compreso tra i 2,5 e i 3 miliardi e starebbero pensando di cedere le rispettive quote pari al 19,9% della società di gestione risparmio per reperire ulteriore liquidità.

In questo scenario torna protagonista Bper, già detentrice del 32,75% di Arca e suo primo azionista, anche perché pochi giorni fa l’amministratore delegato Alessandro Vandelli aveva confermato l’interesse del suo istituto per la società del risparmio gestito.

L’Ad in particolare aveva definito l’asset “strategico” per il gruppo emiliano in quanto Bper è il primo distributore dei suoi prodotti. Successivamente Vandelli aveva anche aggiunto “spero di avere la possibilità per analizzare il potenziale deal in futuro”.

Gli interlocutori di Bper e dei due istituti veneti hanno già avuto diversi colloqui, anche se il nodo da sciogliere resta la valutazione di Arca.

Veneto Banca e Popolare di Vicenza al momento non hanno particolare fretta di chiudere l’operazione in quanto impegnate nei colloqui con le autorità di Francoforte per trovare un accordo sull’ammontare della ricapitalizzazione e la pulizia dei crediti deteriorati. Per questo pare difficile che la dirigenza delle due banche venete voglia iniziare un’intensa trattativa per un dossier non di primaria importanza come la cessione di Arca.

Tuttavia si possono fare diverse ipotesi sul prezzo ricordando che a novembre 2015 Banco Popolare cedette la sua quota del 19,9% a Bper e a Popolare di Sondrio per 95,5 milioni, mentre ad inizio 2016 alcuni fondi si interessarono alla sgr mettendo sul piatto anche 1 miliardo per il 100% di Arca.

Tra i possibili acquirenti indiscrezioni di mercato vedrebbero anche l’inserimento di Anima, che già lo scorso anno presentò un’offerta non vincolante compresa tra i 700 e gli 800 milioni.