Avvio in frazionale rialzo per i principali listini europei, che nelle prime battute della seduta scambiano poco sopra la parità. Intorno alle 9:20 il Cac 40 di Parigi segna un progresso dello 0,5%, seguito dal Ftse Mib di Milano a +0,4 per cento. Il Dax di Francoforte e l’Ibex 35 di Madrid sono in rialzo dello 0,3% mentre il Ftse 100 di Londra è più arretrato a +0,1 per cento.
In una giornata povera di spunti macro, i mercati attendono indicazioni dalla Commissione Europea, che oggi diffonde le previsioni economiche d’inverno su crescita, deficit e debito nei paesi dell’Unione.
L’unico dato macro rilevante in agenda è stato il Pil giapponese del quarto trimestre 2016, in cui la crescita del Sol Levante si è attestata all’1% su base annua rispetto ad una stima dell’1,1% ed all’1,4% dello scorso trimestre.
Un dato positivo a cui si è sommata la lieve svalutazione dello yen, consentendo al Nikkei di Tokyo di chiudere stamattina a +0,4% per cento. Il cambio tra il dollaro e la valuta giapponese è risalito a 113,6, mentre il cross euro/yen è in area 120,9. Relativamente stabile l’EUR/USD a 1,064.
Poco mossi in avvio anche i mercati obbligazionari, dove il rendimento del Btp si attesta al 2,27% mentre lo spread è sostanzialmente invariato in area 194 punti base.
Sul fronte delle commodities, sarà pubblicato in giornata il rapporto mensile dell’Opec sul mercato del petrolio. Nel frattempo le quotazioni dell’oro nero sono flat, con Brent e Wti rispettivamente a quota 56,6 e 53,7 dollari al barile, dopo l’incremento di settimana scorsa in scia alla volontà dell’Opec di rispettare gli accordi sui tagli della produzione e ad una revisione positiva da parte dell’Eia sull’aumento della domanda nel 2017.
A Piazza Affari partenza positiva per UBI (+2,8%), gli assicurativi UNIPOL (+2,4%), GENERALI (+1,7%) e UNIPOLSAI (+1,2%) oltre che per BANCO BPM (+2,1%), dopo la diffusione dei conti di Bpm e Banco Popolare, fusesi dal 1° gennaio.
La prima ha chiuso il quarto trimestre 2016 con una perdita di 15,4 milioni, condizionata dall’aumento dei costi operativi e delle rettifiche su crediti a 190,1 milioni, quasi raddoppiate rispetto al pari periodo 2015. La perdita dell’istituto veronese si è attestata a 967,65 milioni, dovuta al peso delle rettifiche su crediti pari a 839,6 milioni, quasi quattro volte quelle del quarto trimestre 2015, effettuate per incrementare le coperture sui crediti deteriorati.
Fuori dal listino principale cala del 2,6% CARIGE, che ha chiuso il periodo ottobre-dicembre 2016 con un risultato netto in rosso di 74,8 milioni.
In giornata verranno diffusi i risultati preconsuntivi di CEMENTIR ed ESPRINET, oltre ai conti di EDISON ed ELICA.