A 15 minuti dall’apertura delle contrattazioni i futures sui principali indici continentali scambiano in rialzo tra lo 0,2 e lo 0,3%, preannunciando un avvio positivo per le borse europee.
Queste ultime dovrebbero dunque seguire l’intonazione delle piazze orientali, confortate in particolare dall’immissione di liquidità dell’autorità monetaria cinese nel sistema finanziario domestico, oltre che, per quanto riguarda Tokyo (+0,4%), dal lieve scivolamento dello yen e dal dato positivo sul Pil giapponese.
Nel quarto trimestre 2016 la crescita del Sol Levante si è attestata all’1% su base annua rispetto ad una stima dell’1,1% ed all’1,4% dello scorso trimestre, trascinata dalle esportazioni sulle quali incombe, tuttavia, il peso di una possibile guerra commerciale con l’amministrazione Trump.
L’incontro a Washington tra quest’ultimo e il primo ministro giapponese Abe non ha espresso particolari divergenze, avendo entrambi evitato di affrontare lo scottante tema valutario. Nel frattempo, Wall Street ha chiuso un’altra ottava positiva con nuovi record per tutti e quattro i principali indici, in scia alle promesse del presidente statunitense sull’introduzione di un’innovativa riforma fiscale nelle prossime settimane.
In una giornata povera di spunti macro, sono attese indicazioni da parte della Commissione Europea, che oggi diffonderà le previsioni economiche d’inverno su crescita, deficit e debito nei paesi dell’Unione. Per quanto riguarda l’Italia, invece, non è giunta nessuna novità rilevante da parte dell’agenzia di rating Moody’s.
Sul fronte delle commodities, sarà inoltre pubblicato il rapporto mensile dell’Opec sul mercato del petrolio.
A Piazza Affari occhi puntati sui bancari, protagonisti di un finale negativo nella seduta di venerdì. In particolare l’osservata speciale in avvio sarà BANCO BPM, dopo la diffusione dei conti di Bpm e Banco Popolare, fusesi dal 1° gennaio.
La prima ha chiuso il quarto trimestre 2016 con una perdita di 15,4 milioni, condizionata dall’aumento dei costi operativi e delle rettifiche su crediti a 190,1 milioni, quasi raddoppiate rispetto al pari periodo 2015. La perdita dell’istituto veronese si è attestata a 967,65 milioni, dovuta al peso delle rettifiche su crediti pari a 839,6 milioni, quasi quattro volte quelle del quarto trimestre 2015, effettuate per incrementare le coperture sui crediti deteriorati.
Fuori dal listino principale attenzione a CARIGE, che ha chiuso il periodo ottobre-dicembre 2016 con un risultato netto in rosso di 74,8 milioni. Inoltre, verranno diffusi in giornata i risultati di CEMENTIR, EDISON, ELICA ed ESPRINET.