Il gruppo umbro porta a termine il riposizionamento strategico entrando in un business a più alto valore aggiunto, un concentrato di tecnologia ed intelligenza ”artificiale”. TerniEnergia è quindi ora pronta ad aggredire il mercato per ricercare una forte proiezione internazionale ed ambiziosi target reddituali. Ed è proprio per tutto ciò che la scommessa si gioca sulla capacità di dare esecuzione al piano di sviluppo.
- Stefano Neri, Chairman e Ceo di TerniEnergia, illustra le priorità strategiche
- Una nuova visione con la tecnologia al centro
- La scelta sulla digitalizzazione
- Le nuove acquisizioni e il ruolo delle tecnologie
- L’internazionalizzazione e l’efficienza energetica
- Sviluppo e sinergie per rilanciare la redditività
- I target del Piano Industriale 2016-2018
- Gli investimenti nelle tecnologie ambientali e la struttura patrimoniale
- I conti dei primi 9 mesi del 2016
- Le variabili chiave e le aspettative per i prossimi 18-24 mesi
- Analisti
- Borsa
TerniEnergia mette a segno “un cambio profondo di strategia tramite una rottura con un passato in cui il trading di energia aveva un ruolo determinante e con l’ingresso in un business ad elevato contenuto tecnologico e di servizi. Struttura operativa con la quale conquistare un ruolo internazionale”.
Strategia la cui messa a terra, come ricorda Stefano Neri, presidente e Ceo del gruppo umbro, “passerà attraverso professionalità di altissimo livello. Team con il quale diventare dei first mover nella digitalizzazione applicata al settore dell’energia elettrica. Una nuova identità da Smart Energy Company”.
E tutto ciò significa che noi, aggiunge Neri, “siamo passati da provider e system integrator a società tecnologica in grado di combinare le capacità impiantistiche con le competenze digitali da implementare sulle infrastrutture e sui servizi”.
Strategia al cui interno “assume una valenza assoluta l’acquisto di Softeco Sismat e Selesoft Consulting con i loro 250 ingegneri di alto standing e trentennale esperienza nell’automazione e nell’intelligenza applicata al settore energetico, alle telecomunicazioni e alla mobilità”.
Struttura operativa sulla quale è stato costruito il piano industriale 2016-2018. Un documento che, ricorda Neri, “segna la demarcazione fra passato e futuro in quanto l’attenzione del settore energetico si sta spostando dalla generazione all’utenza, al consumatore. Ed il 2018 – conclude il Ceo – sarà fondamentale per il salto quantitativo, con un Ebitda stimato a 31 milioni contro i 16-17 attesi per il 2016, che è stato il peggior anno per noi”.
Un anno da dimenticare anche in Borsa, ove il titolo nel periodo considerato ha sotto-performato del 31% rispetto al Ftse Italia Servizi Pubblici e del 58% rispetto al Ftse Italia Star. Perdite recuperate solo parzialmente nell’ultimo mese e mezzo, anche se poi negli ultimi giorni si è riaffacciato il trend discendente.
Stefano Neri, Chairman e Ceo di TerniEnergia, illustra le priorità strategiche
“Digitalizzazione applicata al settore elettrico, internazionalizzazione ed ampliamento delle attività relative all’efficienza energetica”.
Sono queste, come ricorda Stefano Neri, presidente ed amministratore delegato di TerniEnergia “le priorità strategiche a cui stiamo lavorando. Priorità sviluppate nell’ambito del business plan 2016-2018 presentato alla comunità finanziaria lo scorso 4 novembre”.
Un progetto messo a punto al termine di un esercizio, il 2016, nel quale “c’è stato un cambio di strategia decisamente importante e di rottura con il passato”.
Una nuova visione con la tecnologia al centro
Alla fine del 2015, prosegue Neri, “comunicammo che avremmo sostituito Free Energia, che operava nel settore del trading e dell’energy management, con un’attività caratterizzata da un elevato contenuto tecnologico”.
E questo anche perché, ricorda il capo azienda, “il settore del trading e dell’energy management iniziava a soffrire in ragione anche di un inefficace funzionamento del mercato elettrico: altissimo numero di operatori (non tutti debitamente qualificati); intervento dell’Autorità anche sul settore del bilanciamento delle reti, oltreché sulle garanzie da prestare; prezzo sul mercato libero superiore a quello del mercato tutelato”.
In buona sostanza, completa il fondatore e presidente di TerniEnergia, “lo scenario venutosi a creare sul mercato dell’energia ci ha portato ad utilizzare i frutti del disinvestimento di Free Energia per una scelta strategica diversa con alto contenuto tecnologico.”
La scelta sulla digitalizzazione
Le nostre attività nel 2016, ricorda Neri, “sono state assorbite dalla messa a punto dei nuovi progetti con forte connotazione tecnologica, in sostituzione dell’attività del trading”.
Un anno di transizione, quindi, durante il quale le scelte, aggiunge il capo azienda, “sono state perseguite con determinazione, con la finalità di acquisire professionalità di altissimo livello. Team con il quale diventare dei first mover nella digitalizzazione applicata al settore dell’energia elettrica, almeno nelle parti del mondo di maggior interesse per noi. La nuova identità che abbiamo delineato è quindi quella di Smart Energy Company”.
In buona sostanza, spiega il numero uno di TerniEnergia, “abbiamo inserito nell’organizzazione aziendale massicce dosi di tecnologia e, quindi, abbiamo sviluppato tecnologie smart per i sistemi distributivi e la gestione d’impianti, con l’integrazione di sensoristica e l’introduzione di software per il management: dalle reti ad alta tensione fino alle reti distributive in media tensione e alle micro grid”.
Le nuove acquisizioni e il ruolo delle tecnologie
Il presidente ricorda poi che “questa scelta strategica è stata supportata anche da alcune constatazioni di mercato, come ad esempio il fatto che ancora oggi circa 1 miliardo di persone è senza fornitura diretta di energia elettrica e anche paesi industrializzati hanno frequentissime interruzioni della fornitura, con un danno elevato in termini economici”.
Siamo quindi andati in cerca di una realtà importante in questo settore e a novembre abbiamo acquisito Softeco Sismat e Selesoft Consulting; “due realtà con sede principale a Genova e circa 250 ingegneri di elevatissimo standing con un’esperienza trentennale nell’automazione e nell’intelligenza applicata al settore energetico, alle telecomunicazioni e alla mobilità”.
Iniziativa di assoluta valenza strategica in quanto, precisa Neri, “siamo passati da provider e system integrator a società tecnologica in grado di combinare le indiscusse capacità impiantistiche con le competenze digitali da implementare sulle infrastrutture e sui servizi. Una scelta strategica sulla quale è stato poi costruito il nuovo Piano Industriale”.
L’internazionalizzazione e l’efficienza energetica
La seconda scelta strategica è costituita dall’internazionalizzazione. E questo poiché “vogliamo rendere TerniEnergia una ‘piccola multinazionale’ in quanto lo sviluppo della digitalizzazione dei sistemi elettrici è rivolta prioritariamente a paesi diversi dall’Italia”.
“Il terzo e ultimo obiettivo del Piano”, conclude Stefano Neri, “è costituito dall’ampliamento e rafforzamento delle attività del settore dell’efficienza energetica, un settore in cui siamo stati degli innovatori”.
Obiettivi sicuramente sfidanti, ma “compatibili e sostenibili in quanto noi di TerniEnergia, a differenza dei grandi operatori che hanno tecnologie proprie che vendono su larga scala, facciamo interventi customizzati e tailor made anche per ragioni dimensionali”.
I nuovi business, prosegue il presidente di TerniEnergia, “avranno anche la funzione di ridurre le attività a più alta intensità di capitale (come quelle di investimento in asset impiantistici, tipiche delle utility), riducendo il rischio percepito dal mercato relativamente a società delle nostre dimensioni. Noi infatti forniamo la tecnologia e limitiamo il fabbisogno di investimenti, perché l’infrastruttura di rete proprietaria è di competenza dell’operatore locale”.
Sviluppo e sinergie per rilanciare la redditività
Una delle leve per centrare gli obiettivi del piano è rappresentata dalle sinergie con i grandi player del settore degli impianti fotovoltaici utility scale (giants). Business nel quale “siamo leader in Italia nel panorama delle società quotate”.
I giants, aggiunge il capo azienda, “richiedono l’introduzione di componenti tecnologiche che non dovremo più acquistare da altri”. Ed il rafforzamento di questo modello molto più evoluto di engineering, procurement and construction (EPC) è senz’altro una leva importantissima per lo sviluppo di questo settore.
C’è infine il tema dell’efficienza energetica e della centralità del cliente finale, al quale veicolare non solo un’offerta dual fuel (energia e gas), ma anche soluzioni integrate e tecnologie per il contenimento dei consumi e il risparmio economico. Ed è anche per tutto ciò che “stiamo trattando l’acquisizione di una società toscana di trading energetico ed energy management e abbiamo costituito una joint venture, Ant Energy, con il Gruppo Roma Gas & Power per veicolare servizi di ESCO”.
I target del Piano Industriale 2016-2018
TerniEnergia ha presentato alla comunità finanziaria lo scorso 4 novembre il business plan 2016-2018 con i nuovi target economico-finanziari. Un documento che, ricorda Neri, “segna la demarcazione fra passato e futuro e vede al centro l’integrazione orizzontale sulle quattro linee di business dell’apporto tecnologico garantito da Softeco Sismat e Selesoft Consulting”.
L’Ad spiega infatti che “l’elemento tecnologico sarà sempre più prevalente e TerniEnergia è certamente la prima della sua fascia, al netto dei grandi player e di qualche start-up”. Più in particolare “noi vogliamo essere i primi, i first mover, anche nel realizzare mini grid in India e a tal fine abbiamo recentemente stretto un accordo con una società inglese e contiamo di fare i primi interventi già quest’anno”.
Ma c’è pure altro in quanto, completa Neri sull’argomento, “noi siamo una media impresa italiana, ma abbiamo saputo resistere con grande capacità di adattamento agli importanti cambiamenti regolatori del settore: prima sull’attività di EPC e poi sulla remuneratività degli impianti di proprietà. E così ora siamo rimasti soli fra le società italiane quotate in Borsa che progettano e realizzano impianti fotovoltaici”.
Gli investimenti nelle tecnologie ambientali e la struttura patrimoniale
“Il nostro nuovo modello di business prevede investimenti contenuti e concentrati in modo pressoché esclusivo nel settore delle clean technologies, ossia delle tecnologie ambientali”.
Business all’interno del quale stiamo completando un importante impianto di depurazione dei reflui industriali a Terni, nel sito di Nera Montoro che sarà ultimato nella primavera di quest’anno e l’impianto di Calimera di produzione di biogas e compostaggio dalla frazione organica del rifiuto solido urbano.
A livello di sviluppo, “l’efficienza energetica è, invece, il settore in cui potremmo aver bisogno di una integrazione della struttura patrimoniale per gli interventi in FTT (finanziamento tramite terzi). Nel momento in cui questo tipo di attività si affermerà in maniera più importante, credo che dovremo essere aperti a delle decisioni strategiche nuove, perché la TerniEnergia di oggi è dimensionalmente inadeguata”. L’Ad Neri parla chiaro e non nasconde infatti di aspettarsi un aumento di capitale nel 2018. Oltre alla ricapitalizzazione, la società gestirà in maniera sostenibile, attraverso una chiara exit strategy, l’obbligazione da 25 milioni “TerniEnergia 2019”.
I conti dei primi 9 mesi del 2016
Il fatturato dei primi nove mesi “si è significativamente ridotto per effetto del riposizionamento strategico e della parziale uscita dal trading energetico”. I ricavi netti dei primi nove mesi dello scorso esercizio si sono così attestati a 61,4 milioni a fronte degli oltre 277 milioni registrati al 30 settembre 2015.
Significativa, ma meno eclatante, la riduzione dell’Ebitda del 33,4% su base annua a 11 milioni. Ciononostante la marginalità è cresciuta, passando dal 5,9% al 17,9 per cento. Discorso analogo per l’Ebit, quasi dimezzatosi rispetto ai primi nove mesi del 2015 a 6,2 milioni, con un Ebit margin salito invece al 10,1% dal 4,4 per cento.
Sul fronte dello stato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2016 si è attestato a 89,5 milioni dagli 87,4 milioni di fine 2015.
Le variabili chiave e le aspettative per i prossimi 18-24 mesi
“Noi abbiamo una visione molto positiva per lo scenario di riferimento del settore, anche perché le rinnovabili sono oramai una scelta irreversibile e il settore della digital energy sta conoscendo uno sviluppo impetuoso a livello globale”.
E tra le rinnovabili “il fotovoltaico è la fonte che vede la maggiore crescita in assoluto nel mondo. Una crescita sostenuta anche dal fatto che in alcuni paesi il costo del fotovoltaico è ormai concorrenziale con quello del carbone e ciò si protrarrà nel prossimo biennio”.
La digitalizzazione applicata al settore energetico, prosegue Neri, “é univoca: in tutti i paesi, sia sviluppati che non, si va in quella direzione”.
Il numero uno di TerniEnergia aggiunge poi una terza considerazione: “l’attenzione del settore energetico si sta spostando dalla generazione all’utenza, al consumatore. Questo inciderà sull’evoluzione del sistema di vendita dell’energia, che nel prossimo biennio subirà importantissimi cambiamenti”.
“Il 2018”, conclude il CEO, “sarà fondamentale per il salto quantitativo, con un Ebitda stimato di 31 milioni contro i 16-17 attesi per il 2016, che è stato il peggior anno per noi”.
Analisti
Intermonte SIM è specialist di TerniEnergia e nel suo report dello scorso 28 dicembre ha assegnato raccomandazione ‘Neutral’ e target price di 1,05 euro, evidenziando che “la visibilità è bassa, ma riteniamo che il management stia andando nella giusta direzione per posizionare il gruppo nel contesto in continua evoluzione del settore energetico, ossia verso l’innovazione tecnologica nel campo della generazione e della distribuzione (smart grid)”.
Borsa
Nelle ultime due settimane le azioni TerniEnergia hanno segnato un calo del 7,3%, chiudendo a 0,862 euro. Il titolo ha così sotto-performato il Ftse Italia Servizi Pubblici del 10,5% e il Ftse Italia Star del 9,2 per cento. Sotto-performance su cui però hanno pesato un po’ di prese di beneficio dopo il forte trend rialzista avviatosi lo scorso 22 dicembre, quando il titolo ha toccato il minimo storico a 0,6235 euro; un livello di prezzo da cui è partito un rally che ha visto un apprezzamento delle quotazioni di oltre il 57 per cento.
Estendendo il periodo di analisi agli ultimi 12 mesi, si nota come il titolo abbia oscillato tra un massimo di 1,27 euro e il succitato minimo, evidenziando una sotto-performance del 30,5% rispetto al Ftse Italia Servizi Pubblici e del 57,7% rispetto al Ftse Italia Star. Va però considerato che il 2016, come sopra illustrato, è stato un anno di forte transizione per la società, con il riposizionamento strategico comunicato lo scorso novembre e che il mercato sembra stia cominciando ad apprezzare.
Performance di TerniEnergia e degli indici Ftse Italia Servizi Pubblici e Ftse Italia Star negli ultimi 12 mesi