Analisi tecnica – Intesa Sanpaolo, prova a costruire una base di accumulazione

Dal massimo del 6 gennaio a 2,588 euro, le quotazioni del gruppo bancario milanese hanno avviato un deciso movimento ribassista fino al minimo intraday dello scorso 8 febbraio a 2,078 euro (-19,7%). Sulla discesa dell’ultimo mese di Intesa Sanpaolo, accentuata da un gap down aperto a 2,376 euro, hanno pesato una serie di fattori, tra cui: una possibile operazione straordinaria con Generali, l’impennata dei rendimenti sui titoli di Stato italiani e i conti del quarto trimestre del 2016 leggermente inferiori alle attese.

Da questo livello e al di sotto di 2,168 euro, i corsi di Intesa Sanpaolo sono riusciti ad avviare una fase laterale che sembra configurarsi come una base di accumulazione necessaria per sostenere un eventuale tentativo di rimbalzo.

Nel breve periodo, un primo segnale di forza potrebbe essere rappresentato dal superamento, confermato in chiusura di seduta, della resistenza statica a 2,168 euro, al di sopra della quale il successivo ostacolo all’avvio di un trend rialzista di breve periodo, sembra essere rappresentato dalla media mobile a 100 sedute, attualmente passante per 2,21 euro. Il breakout di questo livello aprirebbe la strada a un primo target rialzista individuabile in area 2,25-2,26 euro.

L’eventuale deterioramento dell’attuale quadro tecnico neutrale è subordinato alla rottura al ribasso del sopracitato supporto posizionato a 2,078 euro, al di sotto del quale le quotazioni avrebbero spazio di discesa fino al minimo del 5 dicembre in area 2,01 euro.