Poco prima delle 16:00 le borse europee mantengono l’atteggiamento cauto manifestato in mattinata, scambiando sostanzialmente intorno alla parità. Apertura in frazionale ribasso, nel frattempo, per i listini di Wall Street, poco mossi in attesa di eventuali spunti dall’intervento di Janet Yellen davanti al Congresso degli Stati Uniti, in programma tra pochi minuti.
Nel Vecchio Continente il Ftse Mib di Milano segna la miglior performance a +0,3%, seguito dall’Ibex 35 di Madrid (+0,2%). Praticamente invariati il Cac 40 di Parigi e il Ftse 100 di Londra mentre il Dax di Francoforte flette dello 0,1 per cento.
La mattinata è stata particolarmente ricca di appuntamenti macroeconomici, tra cui i Pil preliminari del quarto trimestre di Germania ed Eurozona, lievemente al di sotto delle attese, e quello dell’Italia, in linea con le stime ma inferiore alla rilevazione dei tre mesi precedenti.
Pubblicati inoltre l’indice ZEW di febbraio relativo alla fiducia degli investitori istituzionali nell’Eurozona, in calo a 17,1 punti, e i prezzi al consumo di gennaio nel Regno Unito, in flessione dello 0,5% come previsto. Negli Stati Uniti, invece, i prezzi alla produzione di gennaio hanno realizzato un incremento dello 0,6% su base mensile, il maggiore da settembre 2012, segnalando una ripresa dell’inflazione.
L’attesa degli investitori, quest’oggi, è pero concentrata sull’audizione semestrale del presidente della Fed, Janet Yellen, davanti alla commissione bancaria del Senato. Un’occasione in cui il numero uno della banca centrale americana potrebbe fornire indicazioni sul ritmo di rialzo dei tassi di interesse nel corso dell’anno, anche se è improbabile che emergano novità rispetto alle precedenti dichiarazioni.
Nel frattempo, sul Forex, il dollaro riduce le perdite rispetto all’euro, portando il cambio EUR/USD a 1,0605. Il biglietto verde recupera terreno anche sullo yen, con l’USD/JPY in area 113,6. Debole la sterlina, che cede circa mezzo punto percentuale sia nei confronti del dollaro sia rispetto all’euro.
Tra le materie prime, invece, rimbalzano le quotazioni del petrolio, con Brent e Wti in progresso di oltre un punto percentuale rispettivamente a 56,4 e 53,6 dollari al barile.
Movimenti contenuti anche sull’obbligazionario, dove il rendimento del Btp si muove in area 2,18% e lo spread Btp-Bund scende lievemente a 183 punti base.
A Piazza Affari proseguono gli acquisti su FCA (+3,3%), alimentati dalle voci secondo cui Peugeot starebbe trattando l’acquisto della divisione europea di General Motors, agevolando così una fusione tra il gruppo italiano e Gm.
Ancora ben intonati anche i bancari, in particolare BANCO BPM a +3,8%, BPER a +2,4% e UBI +3,2 per cento. Segno più anche per GENERALI (+1,5%), che riunisce oggi il proprio cda per questioni ordinarie ma potrebbe fornire aggiornamenti sul meccanismo di possesso del 3% di INTESA (+0,2%).
Tra i petroliferi, scattano le prese di beneficio su SAIPEM (-2,8%) dopo i rialzi delle scorse sedute, mentre resta positiva ENI (+0,3%) che ha ufficializzato la cessione del 10% di Shorouk a Bp.
Fuori dal paniere principale brillano AEROPORTO DI BOLOGNA (+8,1%) ed ESPRINET (+4,2%) che ha chiuso il quarto trimestre con margini operativi migliori delle previsioni. Proseguono gli acquisti su BANCA GENERALI (+5,2%) grazie alle solide prospettive di crescita per il 2017, dopo un 2016 chiuso con la raccolta record di 5,7 miliardi, il miglior risultato di sempre.
Fra le Small Cap vola FNM (+10%) in scia alla possibile integrazione fra Trenord e Atm, mentre continuano le vendite su CARIGE (-6%) dopo il -3,7% della precedente seduta. Le ragioni del ribasso sono collegate alla possibilità che l’istituto, prossimo a presentare un piano di riduzione del debito alla Bce, possa essere costretto a varare un aumento di capitale.