Inizia a prendere forma il piano industriale che Carige presenterà il 28 febbraio alla Bce. Un piano che dovrà soddisfare le richieste dell’autorità europea concentrandosi sul perseguimento di un aumento di redditività, un riequilibrio degli indici patrimoniali ed un alleggerimento del bilancio che passerà inevitabilmente attraverso la cessione degli npl.
Proprio su quest’ultimo punto negli ultimi giorni fonti di stampa riportano che l’istituto possa essere costretto a varare un aumento di capitale per far fronte alle minusvalenze che si verrebbero inevitabilmente a generare da una loro cessione. Al momento, il ricorso a capitale fresco resta solo un’ipotesi, che la dirigenza di Carige sta cercando di evitare.
Secondo i piani attuali le sofferenze dovrebbero essere dismesse attraverso un’operazione di cartolarizzazione con garanzia pubblica (Gacs), con la prima tranche da 1,1 miliardi che dovrebbe partire il prossimo mese di aprile. Oltre alle cessioni, Carige punterebbe anche a migliorare la gestione interna dei crediti deteriorati.
Contemporaneamente alla riduzione dell’ammontare di npl, l’altra parte del piano, come precedentemente anticipato, punterà all’aumento dei ricavi e alla contestuale riduzione dei costi. In questo senso l’istituto, guidato da Guido Bastianini, si starebbe muovendo per rafforzare la presenza della banca nella sua area d’origine, il nord-ovest, riducendo così la presenza in altre aree chiudendo diverse filiali.
Il titolo, dopo la flessione del 5,1% di ieri, torna in positivo guadagnando intorno alle 9:30 il 1,9% a 0,3 euro, mentre l’indice settoriale segna un progresso dell’1,4 per cento.