Interpump Group – 2016 da record e ricavi 2017 previsti oltre 1 mld

Il gruppo ha chiuso il 2016 con risultati record anche grazie al contributo dell’attività di M&A, storicamente pilastro della strategia della società. Buoni in particolare i risultati a livello di gestione operativa, con un incremento dei margini a doppia cifra e un ulteriore sviluppo della redditività. Il management ha poi fornito una guidance 2017 allineata alle attese degli analisti, ma ritenuta da molti conservativa, stimando per l’anno in corso di superare il miliardo di fatturato e confermando che la crescita per linee esterne continuerà ad essere tra i principali driver della strategia del gruppo.

Il top management  ha comunicato ieri i dati preliminari dell’esercizio 2016, periodo caratterizzato dalle acquisizioni nel settore Olio di Endeavour, Tubiflex, Tekno Tubi e Mega Pacific.

Le vendite nette sono cresciute del 3,1% su base annua (+0,3% a parità di perimetro e di cambi di conversione) a 922,8 milioni, grazie al buon andamento della divisione Olio che rappresenta circa il 65% del fatturato complessivo. Il contributo delle neo acquisite ha infatti consentito un aumento dei ricavi del 6,5%, a fronte della flessione del 2,6% del segmento Acqua.

La strategia di crescita per linee esterne ha mostrato i suoi frutti soprattutto a livello di gestione operativa, con uno sviluppo dei margini a doppia cifra. Nel dettaglio, le sinergie commerciali generate dall’attività di M&A hanno consentito un progresso dell’Ebitda della divisione Olio del 19,5%, mentre il segmento Acqua ha segnato un -0,7 per cento. Nel complesso, l’Ebitda è cresciuto del 10,1% (+6,7% a parità di perimetro) a circa 198,5 milioni, con un incremento della marginalità di 140 basis point al 21,5 per cento.

Balzo in avanti anche per l’Ebit, aumentato del 12,2% (+8,6% a parità di perimetro) a circa 153,5 milioni, con un’incidenza sui ricavi cresciuta di 130 basis point al 16,6 per cento.

La bottom line evidenzia un utile netto di 94,5 milioni, rispetto ai 118,3 milioni del periodo di confronto. Il dato del 2015 aveva però beneficiato di proventi finanziari una tantum per 32 milioni per l’esercizio anticipato di put options da parte dei venditori di società controllate, con conseguente adeguamento della stima del debito per impegni di acquisti delle quote residue. Al netto di tale posta straordinaria, l’utile è cresciuto del 9,5% rispetto al risultato normalizzato del 2015 pari a 86,3 milioni.

Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è rimasto sostanzialmente stabile rispetto al 31 dicembre 2015 (255 milioni) a 257,3 milioni, dopo esborsi per acquisizioni per 39,6 milioni e acquisti di azioni proprie per 43,3 milioni. Il free cash flow nel 2016, infatti, è stato pari a circa 90 milioni, con una crescita del 5,5% rispetto all’esercizio precedente (85,2 milioni), nonostante maggiori investimenti netti per 7,7 milioni.

Nel corso della conference call con gli analisti, il management ha inoltre fornito la guidance per il 2017, in linea con le stime di consensus. Per l’anno in corso il gruppo prevede ricavi per oltre 1 miliardo e un Ebitda di 215 milioni. Escludendo gli esborsi derivanti dall’attività di M&A e dall’acquisto di azioni proprie e mantenendo Capex per circa 40 milioni, infine, il debito è stimato a 240 milioni.

Il management ha poi confermato che la crescita per linee esterne continuerà ad essere tra i principali driver della strategia del gruppo in entrambe le divisioni anche nei prossimi 5 anni.

Come si può rilevare dal grafico, infine, i buoni risultati ottenuti nel 2016 hanno spinto il titolo sui massimi storici in area 18,9 euro, con un guadagno nell’ultimo anno di circa il 62%, sovraperformando il Ftse Italia Star di circa 30 punti percentuali.