La banca emiliana ha pubblicato i risultati preliminari consolidati del 2016, che riportano un utile di 131,9 milioni in calo del 20,6% rispetto al pari periodo del 2015. Il margine d’intermediazione scende del 2,9% attestandosi a 1,1 miliardi, nonostante la crescita del 3,3% dal margine d’interesse. Aumentano i costi operativi del 6,3% passando da 721,4 milioni a 766,5 milioni. Sul fronte patrimoniale resta sempre a livelli molto alti il Cet1, che raggiunge il 13,15% rispetto al minimo del 6,75% richiesto dalla Bce.
Nell’esercizio 2016 il gruppo Credem ha riportato una flessione del 2,9% del margine d’intermediazione a 1.102,4 milioni, rispetto ai 1.135,3 milioni del 2015.
Nel dettaglio, il margine d’interesse è cresciuto del 3,3% attestandosi a 502,5 milioni, una dinamica che non è riuscita a compensare il calo del 36,6% a 118 milioni dei profitti da trading, dovuto principalmente ad una minore operatività nell’ambito del portafoglio titoli di proprietà.
I costi operativi nel loro complesso sono aumentati del 6,3% a 766,5 milioni, per un effetto combinato dell’aumento del 6,6% delle spese per il personale a 489,5 milioni dell’11,2% a 277 milioni degli altri costi operativi.
Le rettifiche su crediti si riducono del 30,5% a 79,5 milioni, portando il risultato netto di gestione a flettere del 9% a 230 milioni.
Gli oneri straordinari netti hanno assorbito 21,4 milioni (+59%), penalizzando l’utile netto che si è attestato a 131,9 milioni (-20,6% rispetto al 2015). Si precisa che i conti del 2016 recepiscono 37,4 milioni di oneri, al lordo dell’effetto fiscale, per il Fondo Nazionale per la Risoluzione e per il Fondo di Garanzia dei Depositi.
Dal lato patrimoniale, gli impieghi aumentano di circa il 5,5% a 37,7 miliardi, in particolare per la crescita del 2,6% dei crediti verso clienti risultati pari a 23,7 miliardi rispetto ai 23,1 miliardi di fine dicembre 2015.
Si segnala inoltre che le sofferenze nette su impieghi sono pari a 1,46% (rispetto a 1,58% del 2015), dato significativamente inferiore alla media del sistema.
Nel passivo si registra una crescita della raccolta a 31,9 (+4,5%), grazie all’aumento dei debiti verso clienti a 20,6 miliardi (+15,1%) che ha contrastato la riduzione del 26,8% dei debiti verso banche a 4,2 miliardi.
Sul fronte dei coefficienti patrimoniali Credem risulta una delle banche più solide del sistema, con un Cet1 ratio phased-in consolidato pari a 13,15% rispetto al 6,75% richiesto da Bce; un Total capital ratio phased-in pari a 14,44% (fully phased 13,6%). Si ricorda che le nuove disposizioni del Regolamento CRR hanno modificato il perimetro di consolidamento ai fini della vigilanza prudenziale, portando a calcolare i ratio patrimoniali a livello di gruppo.