Dopo un avvio incerto le borse europee prendono decise la via del ribasso e il Ftse Mib accumula una perdita dell’1% tornando sotto quota 19.000 punti. Segni rossi anche per gli altri listini continentali, con il Cac 40 di Parigi che poco dopo le 12:00 cede lo 0,9%, l’Ibex 35 di Madrid a -0,6%, il Dax di Francoforte in calo dello 0,4% e il Ftse 100 di Londra intorno alla parità.
Povera di spunti l’agenda macro di oggi, che in Europa ha visto soltanto pubblicazione dei dati sul commercio al dettaglio di gennaio in Gran Bretagna, nettamente al di sotto delle attese. Le vendite, al netto del carburante auto, hanno registrato inaspettatamente un calo congiunturale dello 0,2%, mentre su base annua sono cresciute solo del 2,6% contro il 3,9% previsto.
Nel pomeriggio è attesa dagli Stati Uniti la variazione mensile del Leading Economic Indicator, l’indice principale in grado di anticipare i movimenti dell’economia, previsto in aumento dello 0,5 per cento. Da segnalare inoltre che in giornata l’agenzia di rating Moody’s aggiornerà il giudizio sui debiti sovrani di Stati Uniti e Spagna.
Nel frattempo, sul mercato obbligazionario, si assiste ad un movimento contrastante dei rendimenti sulla scadenza decennale, che potrebbe indicare una preferenza degli investitori per i titoli più sicuri (“flight to quality”). Il tasso del Bund tedesco e del T-bond americano sono in calo fra 3 e 4 punti base, mentre i rendimenti di Italia, Francia e Portogallo sono in lieve aumento. In particolare, il Btp torna al 2,16% e lo spread con l’omologo tedesco si alza nuovamente a 185 punti base.
Una dinamica coerente con il tentativo di correzione dell’equity e con il rialzo di altri beni rifugio, come l’oro risalito a 1.242,5 dollari l’oncia nonostante l’apprezzamento del biglietto verde.
Sul Forex, infatti, il cambio EUR/USD si riporta 1,064 e anche lo yen, valuta tendenzialmente comprata dagli investitori nelle fasi di incertezza, risale sulla moneta unica (EUR/JPY a 120,1) e sul dollaro (USD/JPY a 112,9).
In lieve calo il petrolio con Brent e Wti rispettivamente a 55,1 e 53 dollari, mentre in serata verranno pubblicati i dati settimanali Baker Hughes sugli impianti di trivellazione in nord America. Secondo fonti Opec, inoltre, i tagli alla produzione decisi lo scorso novembre potrebbero essere ulteriormente estesi, nel caso in cui i maggiori paesi produttori mostrino un’effettiva cooperazione.
A Piazza Affari proseguono gli acquisti su MEDIASET (+2,2%) che secondo indiscrezioni sarebbe in trattative avanzate con Sky per la vendita di Premium.
Bene anche UNIPOL GRUPPO (+1%) e MONCLER (+1,1%), dopo che Goldman Sachs ha alzato il prezzo obiettivo sul gruppo del piumino da 18 a 23,5 euro, confermando il giudizio buy.
Vendite sui bancari, con BPER (-3,2%) in fondo al listino, appesantito anche dal possibile slittamento a marzo dell’acquisto di Carife, la quarta good bank ancora controllata dal Fondo di Risoluzione. Male anche BANCO BPM (-2,2%), UBI (-2,4%) e MEDIOBANCA (-2,3%).
Fra le small cap, vola STEFANEL (+10,9% teorico) dopo i rumors di un possibile accordo tra le banche e Oxy per il salvataggio del gruppo.