Utility – Aggiornamento sul Decreto Madia

Venerdì il Consiglio dei Ministri ha approvato le modifiche ai Decreti Legislativi della Legge Madia riguardanti il licenziamento disciplinare, le società a partecipazione pubblica e la dirigenza sanitaria, secondo le indicazioni fornite dalla Corte Costituzionale lo scorso novembre. Queste modifiche non hanno riguardato la parte della riforma relativa ai servizi pubblici locali (uno dei quattro titoli del Decreto Madia insieme a dirigenza pubblica, organizzazione delle società partecipate e pubblico impiego).

Ricordiamo, infatti, che venerdì 25 novembre 2016 una sentenza della Consulta aveva dichiarato illegittima la legge delega della riforma della Pubblica Amministrazione del ministro Marianna Madia, nella parte in cui prevedeva il solo “parere” della Conferenza Stato-Regioni, anziché l’ “intesa”.

COMMENTO

Il Decreto Madia punta a riorganizzare la pubblica amministrazione e a favorire l’efficienza dei servizi erogati. Attualmente in Italia ci sono circa 1.700 società a partecipazione pubblica che forniscono servizi di pubblica utilità, con circa 150mila dipendenti. Il provvedimento dovrebbe contribuire a razionalizzare questo settore, stimolando il processo di consolidamento delle multi-utility locali. In prima linea ci sono ovviamente le principali multi-utility quotate a Piazza Affari (A2A, Hera, Acea, Iren, Ascopiave e Acsm-Agam), che possono svolgere, e stanno già svolgendo nonostante il supporto governativo pressoché nullo, un ruolo da protagoniste in ambito di M&A.