Dalla lettura dei risultati preliminari dell’esercizio 2016 emerge che il gruppo Creval ha registrato una perdita di 333,1 milioni, contro l’utile di 118,3 milioni del 2015. In particolare, il margine d’intermediazione diminuisce del 17,24% a 707,7 milioni, scontando soprattutto il peggioramento dei profitti da trading passato in negativo di 15,8 milioni. Il calo dei ricavi è stato inoltre accompagnato dall’aumento dei costi del personale del 17,3% a 346,2 milioni e dall’aumento delle rettifiche sui crediti dell’11,1 per cento. Si conferma una buona solidità patrimoniale con il Cet1 phased in al 11,8 per cento.
Nell’esercizio 2016 il margine di intermediazione del gruppo ha riportato un calo del 17,24% a 707,7 milioni.
Nel dettaglio, il margine d’interesse è diminuito del 9,2% attestandosi a 421,7 milioni, a causa sia dei bassi tassi che hanno caratterizzato il mercato sia del minore contributo degli interessi “carry trade” a causa della ricomposizione del portafoglio titoli.
Si mantengono sostanzialmente invariate le commissioni nette a 280,4 milioni rispetto ai 280,5 milioni del 2015. In particolare, questo risultato tiene conto dell’aumento delle commissioni nell’area finanza (+8%) e di quelle della gestione dei conti correnti (+1,6%) mentre sono in flessione le altre commissioni in particolare quelle dell’area crediti che risentono della contrazione dei volumi.
Scendono anche i profitti da trading che riportano un dato negativo pari a 15,8 milioni. Questo risultato rappresenta dinamica derivante da utili per la cessione di titoli AFS per 64 milioni e perdite da npl per circa 81 milioni.
I costi operativi aumentano a 590 milioni dai 551 milioni del 2015. In particolare le spese per il personale aumentano del 17,3% e raggiungono i 346,2 milioni in quanto includono oneri straordinari per 61 milioni per il Fondo di solidarietà ed incentivazione all’esodo a seguito dell’accordo sindacale stipulato a dicembre.
Nella voce altri costi operativi che si è attestata a 244,1 milioni sono compresi anche 32 milioni per la contribuzione ai Fondi Srf e Dsg e il canone Dta per 4,2 milioni.
Aumentano le rettifiche su crediti del 11,1% a 491 milioni. Tale aumento è dovuto alle richieste effettuate da Bankitalia a seguito dell’ispezione condotta nel 2016 oltreché agli obiettivi di rafforzamento del coverage ratio e le svalutazioni del Fondo Atlante per 17,6 milioni .
La voce poste straordinarie passa in negativo per 26,8 milioni rispetto al dato positivo di 162 milioni del 2015. Sulla voce hanno pesato circa 69 milioni di rettifiche sul valore degli avviamenti a seguito dell’esito dell’impairment test. Si ricorda che tuttavia nell’esercizio 2015 la voce aveva beneficiato di poste straordinarie derivanti dalla cessione del 18,39% di ICBPI per 250 milioni.
Tali dinamiche portano il risultato netto ad una perdita di 331,1 milioni, contro un utile di 118,3 milioni riportato nel 2015.
Dal punto di vista patrimoniale, diminuiscono gli impieghi del 5,7% a 23,7 miliardi e la raccolta del 3,9% a 23,1 miliardi, rispetto al 31 dicembre 2015. In particolare i crediti verso i clienti si riducono del 8,5%, anche per effetto dell’aumento del livello di coverage e delle cessioni di npl effettuate.
Alla chiusura del periodo i crediti deteriorati, al netto delle rettifiche di valore, totalizzano 3,2 miliardi di euro in calo del 6% rispetto a fine dicembre 2015, con un coverage ratio complessivo del 41,5 per cento.
La raccolta diretta registra una flessione del 2,7% attestandosi a circa 21,1 miliardi principalmente a causa dalla riduzione del 24,7% della raccolta in titoli rispetto a fine dicembre.
Sul fronte dei coefficienti patrimoniali, sui quali è in corso l’applicazione del regime transitorio (cosiddetto “phased in”), il Cet1 si è attestato al 11,8% come il Tier1, mentre il Total Capital ratio è risultato pari al 13 per cento.