Le principali borse continentali terminano in territorio positivo ad eccezione di Londra, agevolate dagli acquisti sul comparto energetico grazie al rialzo del petrolio, oltre che dalla riapertura con nuovi record di Wall Street.
Il Ftse Mib archivia le contrattazioni in lieve progresso (+0,3%) a 19.044 punti. Nel resto d’Europa il Dax di Francoforte fa segnare la miglior performance a +1,2%, seguito dal Cac 40 di Parigi (+0,5%) e dall’Ibex 35 di Madrid (+0,4%). Negativo, invece, il Ftse 100 a -0,3 per cento.
A sostenere i listini continentali hanno contribuito anche i dati macro diffusi in mattinata, con gli indici Pmi Markit preliminari di febbraio in Francia, Germania ed Eurozona. Ovunque gli indicatori relativi all’attività manifatturiera e ai servizi hanno ampiamente superato la soglia dei 50 punti, oltre la quale viene segnalata una crescita, e quasi tutti i dati hanno battuto le attese degli analisti.
Indicazioni positive che tuttavia non sono bastate all’euro per recuperare terreno sul dollaro, spinto dalle prospettive di rialzo dei tassi negli Stati Uniti già nella prossima riunione di marzo della Fed. Qualche spunto in merito potrebbe giungere in serata dagli interventi di alcuni esponenti della banca centrale americana. Nel frattempo l’EUR/USD è sceso fino a 1,055, mentre il cambio fra biglietto verde e yen è in area 113,5.
Rialzi diffusi fra i rendimenti dei titoli obbligazionari europei, dove il Btp raggiunge il 2,22% e lo spread con il Bund risale a 192 punti base. Tra le materie prime, infine, prosegue il trend positivo del petrolio con Brent e Wti rispettivamente a 57 e 54,7 dollari al barile, complici i segnali positivi sui tagli alla produzione.
Proprio il rialzo del greggio alimenta, a Piazza Affari, gli acquisti sui petroliferi TENARIS (+2,8%) ed ENI (+2,3%). Il titolo del cane a sei zampe beneficia anche della promozione di Goldman Sachs, che ha alzato il target price da 16,7 a 17 euro, confermando il giudizio buy.
Buona performance per PRYSMIAN (+2,6%) che si è aggiudicata una commessa da 300 milioni con la Réseau de Transport d’Électricité (RTE). Stessa variazione anche per BUZZI, mentre BREMBO (+2,3%) realizza un nuovo massimo storico a 64,7 euro sostenuto anche dall’innalzamento del target price da parte degli analisti di Kepler Cheuvreux (da 63 a 69 euro).
In luce pure FERRAGAMO (+1,2%), il cui segmento ‘profumi’ ha chiuso l’esercizio 2016 con ricavi per 89 milioni (+0,5%), beneficiando soprattutto della crescita a due cifre delle vendite in Italia. Ben intonate anche le utilities, tra cui TERNA guadagna ancora l’1,1% all’indomani della presentazione del nuovo piano al 2021.
Negativo invece il comparto bancario, tra cui perdono terreno BANCO BPM, ancora in calo del 3,1% e UNICREDIT a -1,5 per cento. INTESA, il cui Cda ha proposto un dividendo unitario di 17,8 centesimi, limita i danni chiudendo a -0,2 per cento.
Da segnalare inoltre che il Cda Banca Imi, banca d’investimento di Intesa, ha proposto la distribuzione di un dividendo da 654,5 milioni alla controllante.
Vendite nel finale sul risparmio gestito, con AZIMUT a -3,1% e BANCA MEDIOLANUM a -6,7% dopo la diffusione dei conti 2016. L’istituto ha chiuso il quarto trimestre con un margine di intermediazione in calo del 19% a 283,1 milioni, pur realizzando un progresso delle commissioni di gestione del 9,5 per cento. L’utile netto si è attestato a 88,5 milioni (-30,4%), dopo aver scontato l’aumento dei costi operativi e oneri di natura non ricorrente per circa 25 milioni.
Il cda ha inoltre deliberato di proporre all’assemblea dei soci la distribuzione di un dividendo unitario di 0,24 euro che, includendo l’acconto già distribuito di 0,16 euro per azione, porta la remunerazione a valere sull’utile 2016 a 0,40 euro per azione.