Dopo una partenza negativa le borse europee passano in territorio lievemente positivo, ad eccezione di Londra dove il Ftse 100 flette dello 0,1 per cento. Intorno alle 12:10 il Dax di Francoforte guadagna lo 0,5%, seguito dal Ftse Mib di Milano a +0,4 per cento; poco mossi il Cac 40 di Parigi e l’Ibex 35 di Madrid, entrambi a +0,1 per cento.
La mattinata è stata ricca di appuntamenti macro, con la diffusione degli indici Pmi Markit preliminari di febbraio in Francia, Germania ed Eurozona. Ovunque gli indicatori relativi all’attività manifatturiera ed ai servizi hanno ampiamente superato la soglia dei 50 punti, oltre la quale viene segnalata una crescita.
Nel Paese transalpino il Pmi manifatturiero è risultato inferiore alle attese e alla rilevazione precedente, mentre in tutti gli altri casi sono state battute le previsioni degli analisti. Nel pomeriggio verranno pubblicati gli stessi dati relativi agli Stati Uniti.
Indicazioni positive che tuttavia non sono bastate all’euro per recuperare terreno sul dollaro, sostenuto dalle prospettive di rialzo dei tassi negli Stati Uniti già nella prossima riunione di marzo della Fed. Qualche spunto in merito potrebbe giungere in giornata dagli interventi di tre esponenti della banca centrale americana. Nel frattempo l’EUR/USD è sceso fino a 1,053, mentre il cambio fra biglietto verde e yen è risalito a 113,7.
Nel frattempo si sta svolgendo a Bruxelles la riunione dell’Ecofin, con i ministri delle finanze europei chiamati a discutere la situazione della Grecia e le possibili manovre per salvare il Paese. Nel Regno Unito, invece, l’attenzione è puntata sul governatore della Bank of England, Mark Carney, che tiene un’udienza davanti al parlamento per presentare il report sull’inflazione di febbraio. Oggi inoltre è previsto il voto alla Camera dei Lord britannica sul disegno di legge per l’avvio dell’iter della Brexit.
Rialzi diffusi fra i rendimenti dei titoli obbligazionari europei, dove il Btp si attesta al 2,19% e lo spread con il Bund è in area 187 punti base. Resta sotto pressione il titolo di Stato francese, che evidenzia un differenziale dall’omologo tedesco pari a 77 basis point, ai massimi dal 2012.
Tra le materie prime, infine, continuano a salire (+1,3%) le quotazioni del petrolio con Brent e Wti rispettivamente a 56,9 e 54,5 dollari al barile, confortate dai segnali positivi sui tagli alla produzione. Arretra invece l’oro sotto quota 1.230 dollari l’oncia, condizionato dall’apprezzamento del biglietto verde.
A Piazza Affari, corre BREMBO (+2,3%), che realizza un nuovo massimo storico a 64,55 euro sostenuto anche dall’innalzamento del target price da parte degli analisti di Kepler Cheuvreux (da 63 a 69 euro).
In luce anche i petroliferi in scia al rialzo del greggio, tra cui spicca ENI (+2,4%) che il 27 febbraio chiederà all’alta corte federale nigeriana, insieme a Shell, l’annullamento dell’ordinanza di revoca in via cautelare della concessione Opl 245 assegnata nel 2011.
In evidenza pure CNH (+1,5%), che non sembra risentire delle difficoltà evidenziate dal mercato americano di trattori. Acquisti anche su FERRAGAMO (+1,7%), il cui segmento ‘profumi’ ha chiuso l’esercizio 2016 con ricavi per 89 milioni (+0,5%), beneficiando soprattutto della crescita a due cifre delle vendite in Italia.
Ben intonate anche le utilities, e in particolare TERNA (+1,5%) all’indomani della presentazione del nuovo piano al 2021.
Contrastati i bancari, che comunque non risentono eccessivamente del crollo di HSBC (-6,6%) alla Borsa di Londra dopo i risultati del quarto trimestre. Positive INTESA (+0,5%) in attesa dell’approvazione dei risultati 2016 e UBI (+0,3%) dopo la conclusione del progetto ‘Banca Unica’ in anticipo rispetto alle previsioni. Ancora debole invece BANCO BPM, in fondo al listino a -2,6%; vendite anche su UNICREDIT (-1,6%) che prosegue l’operazione di ricapitalizzazione, con la Fondazione Crt che ha sottoscritto l’aumento di capitale per l’intera quota.
Fuori dal Ftse Mib corre MONDADORI (+5,2%), dopo la comunicazione dei target di piano al 2019.