Intorno alle 16:10 le borse europee si attestano in territorio positivo, ad eccezione di Londra, agevolate dalla riapertura con nuovi record di Wall Street, chiusa ieri per il President’s Day. Il Dax di Francoforte fa segnare la miglior performance a +1,1%, seguito dal Ftse Mib di Milano (+0,9%), dal Cac 40 di Parigi e dall’Ibex 35 di Madrid, entrambi a +0,6 per cento. Ancora negativo, invece, il Ftse 100 a -0,2 per cento.
A sostenere i listini continentali hanno contribuito anche i dati macro diffusi in mattinata, con gli indici Pmi Markit preliminari di febbraio in Francia, Germania ed Eurozona. Ovunque gli indicatori relativi all’attività manifatturiera e ai servizi hanno ampiamente superato la soglia dei 50 punti, oltre la quale viene segnalata una crescita, e quasi tutti i dati hanno battuto le attese degli analisti.
Indicazioni positive che tuttavia non sono bastate all’euro per recuperare terreno sul dollaro, spinto dalle prospettive di rialzo dei tassi negli Stati Uniti già nella prossima riunione di marzo della Fed. Qualche spunto in merito potrebbe giungere in serata dagli interventi di alcuni esponenti della banca centrale americana. Nel frattempo l’EUR/USD è sceso fino a 1,054, mentre il cambio fra biglietto verde e yen è in area 113,5.
Rialzi diffusi fra i rendimenti dei titoli obbligazionari europei, dove il Btp raggiunge il 2,2% e lo spread con il Bund sale a 188 punti base. Tra le materie prime, infine, prosegue il trend positivo del petrolio con Brent e Wti rispettivamente a 57 e 54,8 dollari al barile, confortate dai segnali positivi sui tagli alla produzione.
A Piazza Affari, continuano gli acquisti sui petroliferi in scia al rialzo del greggio, e in particolare su ENI (+3,3%), che beneficia anche della promozione di Goldman Sachs che ha alzato il target price da 16,7 a 17 euro, confermando il giudizio buy.
Prosegue anche la corsa di BREMBO (+2,3%), che realizza un nuovo massimo storico a 64,6 euro sostenuto anche dall’innalzamento del target price da parte degli analisti di Kepler Cheuvreux (da 63 a 69 euro).
In evidenza anche BUZZI (+2,9%) e PRYSMIAN (%), che si è aggiudicata una commessa da 300 milioni con la Réseau de Transport d’Électricité (RTE).
In luce pure FERRAGAMO (+1,7%), il cui segmento ‘profumi’ ha chiuso l’esercizio 2016 con ricavi per 89 milioni (+0,5%), beneficiando soprattutto della crescita a due cifre delle vendite in Italia.
Ben intonate anche le utilities, con A2A a +1,5%, TERNA a +1,2% all’indomani della presentazione del nuovo piano al 2021, ITALGAS a +1,1% e SNAM a +0,9%, mentre ENEL è in controtendenza poco sotto la parità.
Contrastati i bancari, con UNICREDIT (-1,2%) e BANCO BPM (-1,9%) in fondo al listino, mentre si riscontrano acquisti su INTESA (+1,1%), il cui Cda ha proposto un dividendo unitario di 17,8 centesimi. Da segnalare inoltre che il cda Banca Imi, banca d’investimento di Intesa, oltre ad aver approvato il progetto di bilancio individuale e il bilancio consolidato 2016, ha proposto la distribuzione di un dividendo da 654,5 milioni alla controllante. Bene anche UBI (+1,2%) dopo la conclusione del progetto ‘Banca Unica’ in anticipo rispetto alle previsioni.
Moderatamente positiva anche BANCA MEDIOLANUM (+0,9%) dopo la diffusione dei conti 2016. L’istituto ha chiuso il quarto trimestre con un margine di intermediazione in calo del 19% a 283,1 milioni, risultato di gestione a 106,3 milioni (-51,4% a/a) e utile netto a 88,5 milioni (-30,4% rispetto al quarto trimestre 2015), superiore alle stime degli analisti.
Il cda ha inoltre deliberato di proporre all’assemblea dei soci la distribuzione di un dividendo unitario di 0,24 euro che, includendo l’acconto già distribuito di 0,16 euro per azione, porta la remunerazione a valere sull’utile 2016 a 0,40 euro per azione.
Sostanzialmente invariata, infine, TELECOM ITALIA, penalizzata anche dalla mancata partecipazione al secondo bando della gara Infratel per le aree bianche.