Il gruppo fiorentino, società leader nel settore dei laser in ambito medico ed industriale, nel corso degli ultimi anni ha deciso di impegnare il proprio know-how e le proprie tecnologie nel restauro delle opere d’arte, progettando e producendo sistemi innovativi per la conservazione dei beni culturali. Un business che, nonostante le dimensioni limitate, consente notevoli vantaggi in termini di ritorno di immagine e di credibilità, dato l’impegno del gruppo rivolto alla conservazione del patrimonio artistico non solo italiano ma anche a livello mondiale.
L’attività nel settore Restauro ha consentito la creazione e l’ampliamento dell’immagine di El.En quale azienda operante nell’alta tecnologia con interessi e prodotti che spaziano dalla chirurgia convenzionale e a minima invasività, alla meccanica e alla conservazione di manufatti artistici di estremo valore. Il tutto senza dimenticare l’ulteriore spinta all’attività di ricerca e sviluppo, sfruttando le sinergie tra le diverse divisioni per raggiungere un grado di raffinatezza tecnologica applicabile a tutti i prodotti del gruppo.
Come sottolinea il Professor Leonardo Masotti, presidente del comitato scientifico di El.En., “la divisione restauro rappresenta un elemento incentivante del livello di eccellenza della nostra azienda”. A titolo di esempio, “i risultati dello sviluppo dell’attività di ricerca e gli effetti della fertilizzazione incrociata che derivano dalle problematiche affrontate e risolte per interventi su delicatissimi oggetti artistici, trovano applicazioni anche per la soluzione dei problemi nelle applicazioni del laser alla chirurgia a minima invasività, alle lavorazioni meccaniche particolarmente raffinate, oltre che alla medicina estetica”.
Le ricerche sono state indirizzate, e sono tutt’ora in corso, anche su metodi e apparecchiature per la diagnosi sullo stato di conservazione delle opere d’arte e sui materiali utilizzati a questo scopo, confermando un impegno che affonda le sue radici nel passato.
Come spiega il Professor Masotti, infatti, “l’alluvione di Firenze del 1966 sensibilizzò gli scienziati nell’impegnarsi nella guerra contro il deterioramento del patrimonio artistico, attivandosi per sviluppare metodi, tecnologie e dispositivi per contribuire al restauro e alla conservazione di opere di interesse culturale”.
El.En si impegnò dunque come primo passo nello sviluppo di apparecchiature laser per la pulitura di manufatti artistici, tra i quali alcuni esempi sono: la Porta del Paradiso nel Battistero a Firenze, il David di Donatello, la torre di Pisa, sarcofagi egiziani, la Chiesa del Santo Sepolcro, le statue dei soldati dell’esercito in terracotta a Shaanxi.
Da allora, i ricercatori e i tecnici del gruppo coinvolti in questo settore, si sono adoperati nello sviluppo di strumenti e metodi innovativi per nuove applicazioni che vengono richieste dall’enorme e variegato mondo dei beni culturali.
Un business che, attraverso la creazione della divisione Light for Art, coniuga la filosofia del gruppo, sempre orientato verso nuove sfide tecnologiche, con il recupero della tradizione artistica del passato.
“Attraverso un laser dalle particolari caratteristiche, abbiamo raggiunto la possibilità di intervenire con estrema delicatezza su opere d’arte al fine di una ripulitura da quelli che possono essere gli effetti dell’inquinamento e del tempo. Il tutto con il vantaggio di non recare danno all’oggetto trattato, come potrebbe avvenire utilizzando metodi alternativi come ad esempio la sabbiatura, e senza dimenticare l’attenzione per l’ambiente”.
A livello di numeri, tale divisione rappresenta un segmento dalle dimensioni ridotte, con la prospettiva di superare 1,5 milioni di fatturato entro i prossimi cinque anni. “Più che in termini di prodotti aggiuntivi”, sottolinea Masotti, “ i ritorni di ricavi che ci attendiamo si possono misurare in termini di benefici di immagine e di miglioramento della nostra cultura, attraverso l’ulteriore sviluppo del know-how aziendale”.
In ogni caso El.En può contare in questo settore su una posizione di leadership, detenendo a livello internazionale una quota di mercato di circa il 90% e non vedendo all’orizzonte possibili competitor.
“Siamo presenti in Italia, il paese con il maggior patrimonio culturale del mondo, ma non solo. Abbiamo una copertura mondiale, essendo presenti sia in Europa che negli Stati Uniti e in Asia”.
“In particolare, l’apertura del mercato indiano rappresenta una variabile interessante e con notevoli potenzialità” con El.En che ha pronta una donazione per la pulizia del Taj Mahal, un’operazione “molto importante e molto prestigiosa per noi”. Da non dimenticare inoltre la Cina, che di recente sta procedendo nella sua apertura verso queste tematiche.
Una presenza mondiale che non teme la concorrenza, dato che “i competitor sono stati battuti da anni grazie alla politica dell’innovazione/gamma prodotti e dei prezzi concorrenziali”, con eventuali rivali che tentano di avvicinarsi cercando eventuali partnership piuttosto che una sfida aperta alla leadership di mercato.
Le priorità cui è attenta El.En per il prossimo futuro riguardano l’aumento degli investimenti reali in Italia con il miglioramento dell’art bonus, oltre all’affermazione della nuova generazione di laser a produttività maggiore per un più ampio mercato di edilizia storica.
“Le sfide per il futuro, spiega Masotti, riguardano l’impegno nel far conoscere sempre di più le prerogative vantaggiose di questo tipo di tecnica e quindi anche l’estensione non solo per numero ma anche per tipi diversi di manufatti artistici da poter trattare”.
Infatti, tale settore non può contare su un aumento della domanda come avviene per un business più industriale, ma deve puntare sull’incremento del grado di penetrazione in nuovi mercati quali ad esempio, come sopra accennato, la Cina e l’India.
“Il mercato potenziale esiste, ma dovrebbero essere attivate le risorse economiche per alimentarlo . La maggiore criticità è rappresentata infatti dalla capacità limitata di spesa nel settore , soprattutto in Italia.”
Allo stato attuale, la vendita delle apparecchiature non è così frequente e il gruppo punta anche sull’affitto del macchinario come strumento per diffondere la conoscenza di questa tecnologia. Così facendo “offriamo la possibilità al maggior numero possibile di restauratori di familiarizzare con questa tecnica, fidelizzando un numero sempre più ampio di clienti”.
“Più clienti contatteremo, ribadisce il Professor Masotti, maggiore sarà il numero di problemi di restauro conservativo che affronteremo, affinando la nostra capacità di offrire soluzione e di fornire strumentazioni affidabili e flessibili”.
“Non va negata la prospettiva, per l’Italia, di aumento di apporti economici dal turismo educato che abbia sensibilità crescente verso opere d’arte eccellenti anche nella loro conservazione”.