Il gruppo Banca Popolare di Sondrio ha chiuso l’esercizio 2016 con una flessione del margine di intermediazione del 16,7% a 884,7 milioni. La contrazione è stata parzialmente attenuata dalla riduzione delle rettifiche su crediti (-35,9% a 250,1 milioni). Tuttavia gli oneri di sistema e straordinari per complessivi 58,8 milioni hanno pesato sull’utile netto diminuito del 23,8% a 98,6 milioni.
I risultati preliminari del 2016 del gruppo valtellinese evidenziano un margine di intermediazione fermatosi a 884,7 milioni, in calo del 16,7 per cento.
La voce risente della riduzione del 12,7% a 474,3 milioni del margine d’interesse per la contrazione degli interessi attivi, e di un dimezzamento dei profitti da trading a 107,8 milioni. Questi ultimi oltre a risentire del clima di estrema volatilità sui mercati si confrontano con un 2015 che aveva invece beneficiato di un clima particolarmente favorevole, consentendo il conseguimento di consistenti utili.
In leggera flessione anche le commissioni nette (-3,4% a 293,1 milioni) principalmente per la riduzione di quelle per raccolta ordini e per finanziamenti concessi, mentre è stata positiva la dinamica di quelle legate ai prodotti di risparmio gestito e assicurativi.
Il risultato lordo di gestione si è fermato a 397,8 milioni (-33%), risentendo dell’effetto combinato della riduzione dei ricavi e dell’aumento dei costi operativi (+7,5% a 250 milioni) sui quali pesano 11,2 milioni di contributi ordinari e 26,4 milioni straordinari per il Fondo di Risoluzione, 6,4 milioni di oneri per il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
In diminuzione del 35,9% a 250,1 milioni le rettifiche nette su crediti, a conferma di un miglioramento della qualità dei crediti. Questa tendenza ha anche comportato un abbassamento del costo del credito, passato dall’1,63% del 2015 allo 0,99% di fine 2016.
Inoltre è aumentato sia il livello di copertura dei crediti deteriorati dal 44,47% del 2015 al 46,18% sia la copertura delle sofferenze, cresciuta al 63,43% dal 61,89% dell’esercizio precedente.
Tali dinamiche, unitamente alla svalutazione straordinaria delle quote del Fondo Atlante pari a circa 14 milioni, portano il conto economico a chiudersi con un utile netto di 98,6 milioni, in contrazione rispetto ai 129,3 milioni del 2015.
Nell’anno aumentano gli impieghi del 4,8% a circa 34,9 miliardi. In particolare crescono del 5,5% i crediti verso la clientela attestandosi a 25,3 miliardi. I crediti deteriorati rimangono sostanzialmente stabili a 2,4 miliardi, costituendo il 9,4% dei crediti totali. Aumentano invece le sofferenze nette a 768 milioni (+4,52%) e costituiscono il 3,03% dei crediti verso clientela.
La raccolta è cresciuta del 4,8% portandosi a 33,5 miliardi grazie all’incremento di quella verso clienti, attestatasi a 27,7 miliardi rispetto ai 26,3 miliardi di fine dicembre 2015, oltreché a quella verso le banche cresciuta dell’8,8% a 2,5 miliardi.
I coefficienti patrimoniali in regime transitorio si rafforzano con il Cet1 ratio all’11,09%, il Tier1 all’11,12% ed un Total Capital Ratio al 13,58 per cento. I coefficienti non beneficiano ancora della validazione dei modelli di rating interni per il rischio di credito.