Prosegue la seduta negativa delle borse europee, che intorno alle 15:50 si attestano tutte in territorio negativo, appesantite dalle incertezze politiche che pervadono il Vecchio Continente con l’avvicinarsi del voto in Olanda (15 marzo) e Francia (23 aprile).
Il Dax di Francoforte cede l’1,4%, seguito dal Cac 40 di Parigi (-1,2%). Leggermente migliori le performance del Ftse Mib di Milano (-0,9%), del Ftse 100 di Londra (-0,7%) e dell’Ibex 35 di Madrid (-0,7%). Nel frattempo Wall Street ha aperto in lieve ribasso, con gli indici principali che sembrano tirare il freno dopo l’incessante serie di record delle ultime sedute.
L’agenda macro ha fornito spunti contrastanti sull’economia italiana, con l’Istat che ha diffuso i dati relativi agli ordini industriali di dicembre e alla fiducia di imprese e consumatori a febbraio. I primi sono cresciuti del 2,8% rispetto a novembre, registrando il terzo incremento mensile consecutivo per una crescita congiunturale nel quarto trimestre pari all’1,7 per cento.
L’indice sulla fiducia dei consumatori è tuttavia diminuito a 106,6 punti dai 108,6 di gennaio, (consensus 108,7 punti). Positivo invece il dato relativo alle sole imprese manifatturiere, salito a 106,3 punti dai 105 del mese precedente, oltre le attese degli analisti (104,6).
Per quanto riguarda gli Stati Uniti verranno diffusi a breve i dati sulle vendite di nuove abitazioni a gennaio, oltre alla fiducia dei consumatori di febbraio stimata dall’Università del Michigan.
Da segnalare inoltre che in serata l’agenzia di rating Moody’s comunicherà la revisione del merito di credito su Germania, Austria e Grecia; su quest’ultima si esprimerà anche Fitch.
Intanto sul Forex l’EUR/USD scambia in area 1,057, con il biglietto verde che recupera qualche centesimo di punto percentuale dopo essersi indebolito nelle ultime ore, soprattutto a causa dei crescenti dubbi sull’efficacia delle politiche di Trump. Ancora in rialzo lo yen, valuta rifugio nelle fasi di incertezza, con il cambio USD/JPY a 112,4 e l’EUR/JPY a 118,9.
La discesa del dollaro e le vendite sull’azionario favoriscono l’oro, la riserva di valore per eccellenza, che viaggia a 1.255 dollari l’oncia, mentre il petrolio incrementa le perdite rispetto alla mattinata con Brent e Wti rispettivamente a 56 e 54 dollari al barile. In serata verranno diffusi i dati settimanali sugli impianti di trivellazione in Nord America di Baker Hughes.
Acquisti diffusi sull’obbligazionario, dove lo spread Btp-Bund resta stabile in area 199 punti base, con il rendimento del decennale italiano in lieve calo al 2,19 per cento.
Tornando a Piazza Affari, continua a correre LEONARDO (+3,6%), che ha approvato il Piano Industriale 2017-2021 e ha esaminato i dati preliminari dell’esercizio 2016, chiuso con ricavi in calo (-8% a/a) ma in linea con le stime, Ebitda in crescita (+4%) oltre le attese ed indebitamento finanziario netto migliore delle stime (-15% sul pari periodo).
Altra giornata sotto pressione per i bancari, tra cui spiccano in negativo BANCO BPM (-4,8%), MEDIOBANCA (-2,7%) e UNICREDIT (-2,6%), il cui aumento di capitale ha fatto il pieno di adesioni dai soci con il diritto di opzione raggiungendo il 99,8% delle nuove azioni sottoscritte al prezzo di 8,09 euro.
Crolla in fondo al listino principale SAIPEM (-6,3%), su cui pesano il mancato raggiungimento della guidance 2016 e le prospettive per i prossimi anni in termini di portafoglio ordini e di investimenti nel settore.
In ribasso anche MEDIASET (-1,6%) dopo i conti di Mediaset España e la notizia che il presidente di Vivendi, Vincent Bollorè, è indagato dalla Procura di Milano per ipotesi di aggiotaggio nell’ambito della scalata a Mediaset.
In lieve calo PRYSMIAN (-0,6%), che si è aggiudicata una nuova commessa per la realizzazione di un’interconnessione ad alta tensione in corrente continua (HVDC) tra Francia e Gran Bretagna, attraverso il tunnel della Manica.