Il Ftse Mib archivia un’ottava decisamente complessa (-2,2%) appesantito dal comparto bancario (-5,8%), che sotto-perfoma il corrispondente indice europeo (-3%) con tutti i titoli in negativo.
I mercati ed il settore del credito hanno infatti risentito delle incertezze che contraddistinguono lo scenario politico, con ben tre elezioni già programmate in questo 2017 che potrebbe vedere anche l’Italia affiancarsi ad Olanda, Francia e Germania.
Ci sono poi i temi geopolitici ben rappresentati dal susseguirsi delle azioni del nuovo presidente americano, Donald Trump, oltreché i timori sulle prospettive macro-economiche che tanto preoccupano gli osservatori del sistema creditizio nazionale ancora alle prese con le richieste delle autorità europee sugli npl.
Scenario all’interno del quale la migliore del listino è stata Intesa (-4,3%), che lunedì ha approvato il bilancio 2016 con annessa possibilità di assegnare ai soci un dividendo da tre miliardi complessivi nel rispetto del piano industriale al 2017.
Ed è stata la banca milanese a dominare la scena anche venerdì sera, quando in una nota ha annunciato la rinuncia all’integrazione con Generali. Operazione a cui è connessa pure Mediobanca, che nella settimana ha perso il 7,5 per cento, ed il suo principale azionista, Unicredit, che ha perso il 5,7% nell’ottava nella quale ha chiuso con grande successo l’aumento di capitale da 13 miliardi con adesioni al 99,8 per cento.
Dinamica oggettivamente difficile da capire sulla base dei fondamentali così come quella del Banco BPM, che archivia una settimana da dimenticare cumulando senza motivi fondamentali una perdita del 15% mentre si complica la ricapitalizzazione precauzionale del Monte Paschi.