I titoli della banca guidata da Carlo Messina reagiscono positivamente all’abbandono del progetto di integrazione con Generali. Ora l’attenzione della Borsa è sul contenuto del piano di sviluppo al 2020 che sarà presentato dai vertici del gruppo entro l’anno.
Alleggerita dalle preoccupazioni derivanti da una possibile aggregazione con Generali, Banca Intesa spicca a Piazza Affari. I titoli dell’istituto guidato da Carlo Messina, dopo non essere riusciti a segnare prezzo per eccesso di rialzo, aprono gli scambi mettendo a segno un balzo del 5,88% a 2,19 euro.
Il tutto con un buon volume degli scambi. Nei primi 20 minuti di contrattazioni sono passati di mano 36 milioni di titoli, contro una media giornaliera degli ultimi 3 mesi pari a 123 milioni.
La reazione di Piazza Affari è comprensibile. Anche perché un gran peso nella decisione del management dell’istituto di credito è attribuibile alla freddezza mostrata dagli investitori istituzionali nei confronti del progetto di espansione per linee esterne, che veniva loro illustrato dall’Ad Messina nel corso del road show successivo alla presentazione dei risultati di fine 2016. I grandi fund manager esteri hanno quindi apprezzato che la banca abbia mostrato un approccio di apertura alle critiche del mercato e che il vertice del gruppo non abbia deragliato nella strategia di creazione del valore, per seguire una strategia di crescita che poteva presentare diverse incognite.
Ora il focus del management torna sulla definizione del piano con scadenza 2020. Una strategia di crescita interna che resta focalizzata su quelli che sono stati individuati come i pilastri dello sviluppo, cioè risparmio gestito, private banking e assicurazioni. Un settore dove Intesa sta giocando già un ruolo di primo piano, come attestato dai risultati ottenuti da Eurizon nel 2016, la società di asset management del gruppo.
Sotto questo profilo vi sono diversi elementi su cui la banca può agire per tracciare il proprio percorso di crescita per vie interne. A partire dai 150 miliardi di masse amministrate che, con il basso livello di tassi di interesse, rendono più conveniente per il cliente il passaggio a forme di gestione.
Stesso discorso vale per i 30 miliardi di obbligazioni emesse da Intesa stessa e in scadenza nei prossimi due anni. Una forma di raccolta non più conveniente per l’istituto. Infine un’altra riserva da cui attingere per la crescita dei prodotti gestiti sono i 30 miliardi di depositi affluiti sui conti del gruppo, per il discordo del ‘fly to quality’ che ha visto la clientela far confluire i propri risparmi sulle banche più solide.
COMMENTO
Per i titoli di Banca Intesa, dopo la reazione positiva alla decisione di archiviare l’ipotesi di integrazione con Generali, vi sono due importanti appuntamenti. Il primo è rappresentato dal pagamento della cedola 2016 che, è già stato annunciato, sarà pari a 0,18 euro per ogni azione ordinaria (0,19 euro per le risparmio), per un monte dividendi complessivi di 3 miliardi.
Una cifra che rappresenta un dividend yield dell’8,1% agli attuali prezzi di Borsa. Rendimento veramente allettante se lo si confronta con gli attuali tassi di interesse.
E che potrà essere replicato anche nel 2017, anno per il quale sono stati promessi 3,4 miliardi di pay-out. Una cifra che è stata giudicata da Messina come prudenziale e che potrebbe rivelare delle sorprese al rialzo, se non vi saranno eventi negativi all’orizzonte.
Guardando più avanti come prospettiva di investimento, il secondo appuntamento importante sarà la redazione del nuovo piano industriale, visto che il precedente disegnava il futuro dell’istituto fino al 2017. E’ proprio dai contenuti del nuovo business plan che la Borsa si aspetta di trovare le risposte e la conferma per una storia d’investimento che renda appetibile il titolo in un’ottica di investimento di lungo termine. Se la parte dei numeri non è ancora nota, l’aspetto legato alla capacità di execution del management trova conferme nei risultati messi a segno finora.
Per ulteriori approfondimento si rinvia all’articolo:” Intesa – Dice no a Generali e lavora già al piano al 2020″