Banche e petroliferi zavorrano il Ftse Mib, che chiude gli ultimi cinque giorni a 18.596 punti, in rosso del 2,2 per cento. In scia anche il comparto in esame cede il 2,4 per cento, sottoperformando l’Euro Stoxx Tmi media (-0,7%). A condizionare i media nazionali sono state soprattutto le vendite che hanno colpito il titolo Mediaset (-2,7%), in seguito al possibile stallo che potrebbe colpire l’operatività del gruppo nell’ambito delle controversie con Vivendi.
Il Ftse Mib chiude la scorsa ottava a 18.596 punti, in calo del 2,2% condizionato sia dall’andamento riflessivo delle banche (-5,8%), sia dal crollo di venerdì scorso di alcuni titoli dell’oil&gas. Vendite che hanno colpito anche il Ftse Italia media in diminuzione del 2,4 per cento, in sottoperformance rispetto al corrispondente indice di comparto europeo (-0,7%).
A condizionare i media nazionali è stata soprattutto la variazione negativa del 2,7% del titolo Mediaset. Il gruppo del Biscione è stato travolto dalla bufera che sta interessando la vicenda Vivendi, i cui vertici sono ora indagati per aggiotaggio. Il possibile stallo nell’operatività dell’editore di Cologno Monzese potrebbe aver spinto gli investitori a vendere il titolo.
Intanto Giovedì 23 febbraio la controllata Mediaset Espana ha presentato i conti 2016, chiusi con un fatturato consolidato pari a 992 milioni, in aumento del 2,1% rispetto all’anno precedente. Il controllo costi ha consentito all’utile operativo di raggiungere i 224,4 milioni (+9,4%), portando il Ros dal 21,1% al 22,6% a rappresentare la miglior marginalità dal 2008. La gestione chiude con un utile netto adjusted pari a 175,7 milioni (+5,7%), che il CdA proporrà di distribuire interamente, con una cedola pari a 0,52 euro (+4% a/a). In programma anche un nuovo piano di buy back per 100 milioni. A fine 2016 le disponibilità finanziarie nette risultano in diminuzione da 192,4 a 177,5 milioni.
Segno rosso anche per Cairo Communication (-4,1%), mentre Rcs contiene il calo nello 0,6 per cento. La casa editrice del Corsera si conferma leader tra gli editori italiani in termini di lettori (vedi “MEDIA – OLTRE 44 MLN DI ITALIANI RAGGIUNTI OGNI MESE DALLA STAMPA”).
Proseguono gli acquisti sul titolo Mondadori, che resta in area 1,50 euro con un progresso superiore al 4 per cento. Dopo un pausa di alcuni giorni, a rimettere in moto il rally potrebbero essere stati i target di piano al 2019, comunicati dal management nella serata di lunedì scorso. Un piano che consente al CdA di stimare per l’esercizio 2019 il raggiungimento di ricavi per oltre 1,3 miliardi, un Ebitda adjusted di circa 115 milioni ed un utile netto di 35 milioni.
Non sembra invece aver convinto gli investitori il piano industriale triennale presentato dal CdA del Sole 24 Ore, il cui titolo è sceso a 33 centesimi (-7,2%). Il mercato potrebbe attendere i termini della ricapitalizzazione, per la quale il Cda provvederà a convocare l’assemblea straordinaria definendo le dimensioni e caratteristiche dell’eventuale aumento di capitale, sulla base dei dati patrimoniali definitivi e del piano finanziario in corso di elaborazione.
Perde il 5,4% anche Class Editori. In settimana il gruppo ha portato in quotazione nel segmento Aim di Borsa Italiana la controllata Telesia.