Mercati – In Europa brilla solo Milano, in luce banche e Leonardo

Dopo l’apertura in frazionale ribasso di Wall Street i listini europei mantengono l’andamento incolore della mattinata ad eccezione del Ftse Mib di Milano, in rialzo dell’1,3% grazie soprattutto agli acquisti sui bancari. Tra gli altri indici, intorno alle 15:50, il Ftse 100 di Londra e il Dax di Francoforte sono sostanzialmente invariati, mentre il Cac 40 di Parigi e l’Ibex 35 di Madrid cedono lo 0,2 per cento.

Gli investitori mantengono dunque un atteggiamento cauto nella prima seduta di una settimana densa di appuntamenti, tra cui spicca l’intervento di Trump davanti al Congresso degli Stati Uniti, in programma domani. Un intervento da cui gli investitori sperano di ricevere maggiori dettagli sulla riforma fiscale annunciata nei giorni scorsi, che ha consentito al Dow Jones di realizzare 11 sedute consecutive di record.

Per quanto riguarda l’agenda macroeconomica, i dati di febbraio sull’inflazione spagnola hanno evidenziato una flessione mensile dello 0,3% ma un incremento annuo di tre punti percentuali. In calo a -6,2 punti l’indice di fiducia dei consumatori europei di febbraio, mentre negli Stati Uniti gli ordini di beni durevoli di gennaio sono cresciuti dell’1,8%, rispetto al +1,7% del consensus e del -0,8% della rilevazione precedente.

Attesi a breve i dati di gennaio sui contratti pendenti di vendita di abitazioni in America, anche se l’attenzione è già rivolta a domani, quando verrà pubblicata la seconda lettura preliminare sul Pil a stelle e strisce nel quarto trimestre 2016, dopo il deludente +1,9% delle prime stime.

Intanto, sul Forex, l’euro supera quota 1,06 sul dollaro, in attesa delle parole di Trump e parzialmente frenato dall’incertezza politica in Francia in vista delle elezioni. In lieve calo lo yen, con l’USD/JPY a 112,2 e il cross EUR/GBP in area 0,852. In discesa anche la sterlina, con il GBP/USD a 1,242 in scia a nuove indiscrezioni su un possibile referendum secessionista in Scozia.

Tra le materie prime riprendono gli acquisti sul petrolio, alimentati dall’ottimismo sui tagli alla produzione, con Brent (+0,9%) e Wti (+0,7%) rispettivamente a 56,8 e 54,3 dollari al barile. In lieve rialzo anche l’oro, ai massimi di tre mesi e mezzo a quota 1.259 dollari l’oncia.

Nel mercato obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund cala di sei bp a 194 punti base, con il rendimento del decennale italiano ridottosi al 2,14 per cento.

Sull’azionario italiano spicca INTESA (+5,5%), dopo l’abbandono del progetto di integrazione con GENERALI (-3,6%). Il focus del management dell’istituto guidato da Carlo Messina torna così sulla definizione del piano al 2020, con una strategia di crescita interna incentrata su risparmio gestito, private banking e assicurazioni.

Acquisti diffusi anche sugli altri titoli del settore creditizio, con BANCO BPM, che ha superato i requisiti patrimoniali fissati dalla Bce a +4,6%, BPER a +3,1%, e UBI a +2,4 per cento.

Positiva anche UNICREDIT (+1,2%), che ha concluso in anticipo l’offerta in Borsa dei diritti di opzione. In controtendenza, invece, MEDIOBANCA (-0,7%), primo azionista di Generali.

Tra gli energetici riprendono le vendite su SAIPEM (-0,9%) dopo la pubblicazione, venerdì, del preconsuntivo 2016.

In progresso le utilities, tra cui A2A (+1,1%) in attesa dei dati preliminari 2016. Fra gli industriali restano ben comprate le azioni LEONARDO (+4,1%), ancora sostenuto sia dai conti preliminari 2016, sopra le attese in termini di Ebitda e indebitamento finanziario netto, sia dal Piano Industriale 2017-2021.

Ben intonata, infine, FCA (+1,7%) che nell’ambito della strategia di abbattimento del debito ha rimborsato in via anticipata un bond da 1,8 miliardi di dollari in scadenza il 24 maggio prossimo, compresi gli interessi.