Intorno alle 12:10 Milano risulta ancora la migliore tra le borse europee, con il Ftse Mib in rialzo dello 0,6% trainata soprattutto dai bancari. Arretrati, invece gli altri listini continentali: il Ftse 100 di Londra guadagna un modesto 0,15%, il Dax di Francoforte e l’Ibex 35 di Madrid sono sostanzialmente invariati mentre il Cac 40 di Parigi cede lo 0,15 per cento.
I listini mantengono dunque un atteggiamento cauto nella prima seduta di una settimana densa di appuntamenti, tra cui spiccano l’intervento di Trump davanti al Congresso degli Stati Uniti, in programma domani, e quello di Janet Yellen, in calendario venerdì sera. In particolare, dal discorso del presidente statunitense gli investitori sperano di ricevere maggiori dettagli sulla riforma fiscale annunciata nei giorni scorsi.
Per quanto riguarda l’agenda macroeconomica, i dati di febbraio sull’inflazione spagnola hanno evidenziato una flessione mensile dello 0,3% ma un incremento annuo di tre punti percentuali. In calo a -6,2 punti l’indice di fiducia dei consumatori europei di febbraio, mentre nel pomeriggio verranno diffusi i dati americani sugli ordinativi dei beni durevoli di gennaio e sulle vendite di abitazioni di gennaio.
L’attenzione sul fronte macro è comunque già proiettata a domani, quando verrà pubblicata la seconda lettura preliminare sul Pil degli Stati Uniti nel quarto trimestre 2016, dopo il deludente +1,9% delle prime stime.
Intanto, sul Forex, l’euro recupera circa lo 0,2% sul dollaro, riportando il cambio EUR/USD in area 1,058. In lieve calo lo yen, che mantiene comunque le posizioni di forza sulla moneta unica e sulla divisa americana, con l’USD/JPY a 112,3 e il cross EUR/GBP a 118,8. In discesa la sterlina, con il GBP/USD a 1,242 in scia a nuove indiscrezioni su un possibile referendum secessionista in Scozia.
Tra le materie prime riprendono gli acquisti sul petrolio, alimentati dall’ottimismo sui tagli alla produzione, con Brent (+0,8%) e Wti (+0,7%) rispettivamente a 56,8 e 54,3 dollari al barile. Stabile l’oro, ai massimi di tre mesi e mezzo a quota 1.257 dollari l’oncia.
Nel mercato obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund cala di sei bp a 193 punti base, con il rendimento del decennale italiano ridottosi al 2,13 per cento.
Sull’azionario italiano spicca INTESA (+4,7%), dopo l’abbandono del progetto di integrazione con GENERALI (-3,8%). Il focus del management dell’istituto guidato da Carlo Messina torna così sulla definizione del piano al 2020, con una strategia di crescita interna incentrata su risparmio gestito, private banking e assicurazioni.
Acquisti diffusi anche sugli altri titoli del settore creditizio, con BANCO BPM, che ha superato i requisiti patrimoniali fissati dalla Bce a +4,2%, BPER a +3,9%, e UBI a +2,2 per cento.
Positiva anche UNICREDIT (+0,7%), che ha concluso in anticipo l’offerta in Borsa dei diritti di opzione. In controtendenza, invece, MEDIOBANCA (-1,9%), primo azionista di Generali.
Tra gli energetici riprendono le vendite su SAIPEM (-1,6%) dopo la pubblicazione, venerdì, del preconsuntivo 2016. In lieve progresso A2A (+0,4%) in attesa dei dati preliminari 2016, mentre fra gli industriali sono ben comprate le azioni LEONARDO (+2,1%).
Ben intonata FCA (+1,9%) che, nell’ambito della strategia di abbattimento del debito, ha rimborsato in via anticipata un bond da 1,8 miliardi di dollari in scadenza il 24 maggio prossimo, compresi gli interessi.