Utility – A febbraio PUN ai massimi dal 2013, ma -23,1% m/m

A febbraio la media dei prezzi elettrici sul mercato all’ingrosso si è attestata a 55,54 €/MWh, un valore superiore del 50,2% rispetto ai 36,97 €/MWh registrati a febbraio 2016, ma inferiore del 23,1% ai 72,24 €/MW del mese scorso (-23,1%); ricordiamo che quest’ultimo è stato il livello più alto del Prezzo Unico Nazionale (PUN) dal 2012. È quanto emerge dall’analisi dei dati pubblicati dal Gestore dei Mercati Energetici.

La bolla dei prezzi elettrici, che nei mesi scorsi sono stati fortemente influenzati dal fermo di diverse centrali nucleari in Francia e dal conseguente balzo dell’export di energia, sembra essersi sgonfiata, con il PUN che sta ritornando a livelli “normali”, ossia superiori ai valori minimi del 2016 ma in linea con quelli medi del 2015.

In questi primi due mesi del 2017 la media dei prezzi elettrici si attesta così a 63,89 €/MWh, mentre nello stesso periodo del 2016 il livello medio era stato di 41,72 €/MWh. Attualmente sul Mercato a Termine il PUN scambia su un livello di prezzo baseload inferiore ai prezzi spot e pari a 47,78 €/MWh per marzo 2017 e a 43,18 €/MWh per aprile 2017. Con riferimento all’intero 2018 il prezzo a termine è di 44,25 €/MWh.

COMMENTO

Il PUN di febbraio 2017 risulta più basso rispetto a quello registrato a inizio anno, ma rimane comunque più alto rispetto al livello medio dei prezzi elettrici sul mercato all’ingrosso registrato nel mese di febbraio dal 2013, quando il PUN si attestò a 62,97 €/MWh. Di questo beneficeranno i margini delle società italiane quotate attive nella generazione di energia elettrica: Enel, Eni, Edison, A2A, Iren ed Erg. Bisogna comunque considerare che molte società hanno politiche di vendita a termine dell’energia elettrica che consentono di coprirsi dai rischi derivanti dalle variazioni sia positive sia negative dei prezzi elettrici.