Campari – Cresce il fatturato ma cala l’utile nel 2016

Nel 2016 il gruppo realizza ricavi pari a 1.726,5 milioni, in crescita del 4,2% rispetto al 2015. Tale dinamica media una crescita organica del 4,7%, un effetto perimetro (+2,8%) combinato dall’acquisizione del business Grand Marnier dal 1 luglio scorso, dalla chiusura di alcuni contratti di distribuzione e dalla cessione di business non strategici, cui si aggiunge un effetto cambi negativo pari al -3,3 per cento.

La performance positiva del giro d’affari si riflette sui margini operativi, con l’Ebitda che aumenta del 6,6% a 405,3 milioni e l’Ebit in progresso del 6% a 352,5 milioni, in presenza di ammortamenti cresciuti dell’11,2% a 52,7 milioni.

L’utile ante imposte si scende da 249,4 milioni a 236,7 milioni (-5,1%), scontando soprattutto maggiori oneri finanziari per 22,2 milioni attribuibili anche a operazioni di rifinanziamento del debito (rimborso anticipato delle tranche di US Private Placement) completate a settembre 2016.

Tutto ciò si riflette sull’utile netto del gruppo, in contrazione del 5,2% a 166,3 milioni.

Dal lato patrimoniale l’indebitamento finanziario netto si attesta a 1.199,5 milioni, in aumento di 373,7 milioni rispetto all’ammontare di fine 2015, importo al cui interno si saldano per l’assorbimento di liquidità per circa 680 milioni per l’acquisizione di Grand Marnier, il pagamento di dividendi per complessivi 52,1 milioni, l’incasso di circa 100 milioni derivante dalla cessione di partecipazioni e il flusso positivo generato dalla gestione operativa pari a 358,4 milioni.

Per il 2017, nonostante le incertezze politiche dei mercati di riferimento e le difficoltà nei mercati emergenti, il management è fiducioso sul conseguimento di una performance positiva e profittevole del business, grazie alla crescita sostenuta del portafoglio premium che fa leva sulla rafforzata struttura distributiva e sugli investimenti in brand building.

In aggiunta, benefici arriveranno anche dal consolidamento di Grand Marnier, grazie alla rafforzata rete distributiva negli Stati Uniti e all’avvio del rilancio del brand.

L’effetto perimetro rifletterà però anche l’uscita del gruppo da business non strategici e a minore marginalità (quali vini fermi e agency brand), che porterà una riduzione delle vendite di circa 40 milioni e dell’Ebit nell’ordine di 4 milioni.

Si ricorda che il Cda, nella stessa sede di approvazione del bilancio 2016, ha deliberato il frazionamento delle 580.800.000 azioni in circolazione mediante l’emissione di 2 nuove azioni ogni 1 esistente. Inoltre, ha proposto la distribuzione di un dividendo di 0,045 euro a valere sui conti del 2016 (invariato  all’anno precedente, rettificato sulla base del frazionamento azionario).

Intorno alle 15:50 il titolo Campari segna a Piazza Affari un ribasso dello 0,15% a 9,70 euro sottoperformando il Ftse Mib dello 0,72 per cento.