Il gruppo, nato dalla fusione per incorporazione della Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno nella Centrale del Latte di Torino & C. divenuta poi Centrale del Latte d’Italia, ha presentato i risultati del 2016, dati che incorporano gli effetti di suddetta operazione a partire dal 1° ottobre 2016 e pertanto non sono direttamente confrontabili con il 2015. I ricavi consolidati assommano a 117,8 milioni, in progresso del 21,6% rispetto al 2015. L’Ebitda si esprime in 2,9 milioni, segnando una flessione del 40,1% per l’incidenza di costi non ricorrenti imputabili alla fusione stessa, mentre l’Ebit diventa negativo per 1,6 milioni (positivo per 1,7 milioni nel 2015), dopo ammortamenti e accantonamenti per complessivi 4,5 milioni (+43,2%).
Il risultato netto registra un utile di 12 milioni, rispetto ai 0,5 milioni del 2015, beneficiando in particolare della contabilizzazione di proventi per 13,9 milioni derivanti dalla fusione.
Dal lato patrimoniale l’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre si attesta a 60,2 milioni e ingloba anch’esso gli effetti della fusione.
In un contesto caratterizzato da segnali di ripresa sia dei consumi che della domanda interna, e in scia al positivo andamento delle vendite di tutti i marchi del gruppo nei primi mesi del nuovo esercizio, il 2017 può essere considerato un anno di consolidamento, dopo la fusione avvenuta nel 2016.
Si segnala inoltre che nei primi mesi dell’anno corrente si è registrato un aumento delle quotazioni del latte, che si rifletterà sui listini di vendita.