Spunta l’ipotesi di un dividendo straordinario da un miliardo per le Poste. Un’operazione studiata nell’ambito di favorirne la privatizzazione e che oggi ha messo le ali al titolo in Borsa, dove le azioni della società guidata da Francesco Caio segnano alle 10:35 un rialzo del 4,3% a 6,33 euro.
Vediamo passo per passo come si è arrivati all’ipotesi del pagamento di una cedola straordinaria che si aggiungerebbe a quella ordinaria da 520 milioni. Al centro vi è il completamento della privatizzazione delle Poste con la cessione del 30% ancora nelle mani dello Stato e che nelle intenzioni del Mef dovrebbe essere ceduto entro l’anno.
Tuttavia se da una parte lo Stato ha urgenza di procedere alla privatizzazione per l’impellente bisogno di ridurre il debito pubblico, dall’altra le incertezze politiche, con il rischio di nuove elezioni dall’esito incerto, fanno prevedere un rallentamento del processo. Per questo al Ministero dell’Economia stanno vagliando diverse alternative, oltre alla messa sul mercato, per la cessione del 30% di Poste ancora direttamente in mano allo Stato.
Tra le ipotesi allo studio vi sarebbe, secondo fonti di stampa, la cessione della quota rimanente in mani pubbliche alla Cassa Depositi e Prestiti, che già detiene un altro 30% della società dei recapiti. Tuttavia oggi Cdp non avrebbe i mezzi per realizzare un’operazione da 2,5 miliardi, il valore della quota all’attuale prezzo di mercato.
Per questo si starebbe ipotizzando di far distribuire, alla società guidata da Francesco Caio, un dividendo straordinario per un controvalore di un miliardo, che si andrebbe a sommare a quello ordinario atteso di circa 520 milioni.
In questo modo Cdp avrebbe i mezzi finanziari per realizzare l’operazione. Una partecipazione del 60% darebbe ridotto a un dividendo pari a 916 milioni.
La seconda possibilità è invece quella di continuare con la via prestabilita cedendo il 30% del capitale sul mercato anche se in questo caso i tempi slitterebbero con molta probabilità all’autunno di quest’anno.