Danieli presenta il primo semestre dell’esercizio 2016/17 con fatturato stabile a 1.158,1 milioni (-0,3% a/a) ed Ebitda a 80,8 milioni, in calo del 25,5% a/a. La redditività si attesta al 7% (-240 basis point). L’Ebit ammonta a 13,3 milioni (-76%), con il Ros al 1,1 per cento (-360 basis point). L’utile è a 38,7 milioni (-13,8%), beneficiando di un saldo favorevole della gestione finanziaria e minor carico fiscale. Robusta la posizione finanziaria netta positiva per 908 milioni.
Danieli archivia il primo semestre dell’esercizio 2016/17 con ricavi stabili e redditività in flessione, mentre la posizione finanziaria netta rimane solida poco sopra i 900 milioni.
I ricavi nel periodo si attestano a 1.158,1 milioni (-0,3% a/a), in linea con il pari periodo 2015. Le vendite infatti registrano un minore fatturato nel settore Plant Making, ed un incremento nel settore acciaio (Steel Making) che mostra anche volumi di produzione superiori rispetto al 2015.
L’Ebitda si fissa a 80,8 milioni, un calo del 25,5% sul pari periodo dello scorso anno, con il relativo margine in calo di 240 basis point al 7 per cento. Il margine operativo lordo ha risentito degli oneri straordinari delle società recentemente entrate nel gruppo e non ancora ben integrate: l’olandese Danieli Corus, l’italiana FATA e il tubificio ESW Röhrenwerke in Germania.
La gestione caratteristica chiude con Ebit a 13,3 milioni, contro i 55,4 del periodo di confronto (-76%). Il Ros è in flessione di 360 punti base al 1,1 per cento. Il saldo della gestione finanziaria è più favorevole dell’esercizio precedente, portando così l’utile ante imposte a 44,5 milioni (-23,8% a/a). L’utile netto registra un calo del 13,8 per cento a 38,7 milioni.
Analizzando i risultati per area di business, notiamo che entrambe le divisioni hanno registrato andamenti differenti, la divisione Plant making ha segnato un calo dei principali aggregati economici mentre quella Steel making ha migliorato i risultati.
Il core business infatti ha segnato una flessione dei ricavi del 2,3% a 841,7 milioni e un Ebitda inferiore del 35,9% a 54,9 milioni, portando così la redditività al 9,9% (-340 basis point). L’utile infine cede il 10,3% sul pari periodo del 2015 a 40,1 milioni.
I ricavi della divisione Steel Making sono invece leggermente superiori alle attese del management a 316,4 milioni (+5,6%) e presentano un Ebitda di 25,9 milioni (+14,1%) da normalizzare a 28,3 milioni, avendo scontato nel periodo oneri non ricorrenti per circa 2,4 milioni a seguito del riavvio delle attività del tubificio acquisito recentemente in Germania.
La produzione venduta nel periodo dal settore Steel Making (Gruppo ABS) ha raggiunto al 31 dicembre 2016 circa 480.000 tonnellate (in crescita del 10% rispetto ai volumi dell’omologo periodo dello scorso esercizio), con l’obiettivo di mantenere questo livello di crescita nei volumi per l’intero esercizio in corso.
Il portafoglio ordini del gruppo ammonta, al 31 dicembre 2016, a 2.385 milioni (di cui 172 milioni nel settore della produzione di acciai speciali) rispetto a 2.814 milioni al 30 giugno 2016 (di cui 162 milioni per acciai speciali).