L’incremento del fatturato consolidato (+4,7% a cambi costanti) si è riflesso sulla marginalità, con l’Ebitda che ha superato i 25 milioni (+30,3%), grazie al positivo andamento della divisione prêt-à-porter. L’Ebit ha raggiunto i 10 milioni (+71%), con un Ros pari al 3,6 per cento. Risultati che unitamente ai minori oneri finanziari netti hanno portato da 1,5 a 3,6 milioni l’utile netto. Indebitamento finanziario netto in miglioramento a 59,5 milioni (-26,1%).
La società guidata da Massimo Ferretti ha presentato i conti dell’esercizio 2016 caratterizzato da una crescita di tutti gli indicatori economici. Il management aveva già comunicato a metà febbraio i dati preliminari delle vendite, con un giro d’affari superiore ai 280 milioni, che riporta un incremento del 4,7% a cambi costanti (vedi “AEFFE – IL WHOLESALE TRAINA LE VENDITE 2016 E IL TITOLO VOLA (+6,6%)”).
L’espansione del fatturato si è riflessa in un incremento della marginalità, con l’Ebitda che ha superato i 25 milioni (+30,3%), grazie anche alla minore incidenza dei costi operativi conseguente al pieno sfruttamento delle economie di scala. L’incremento della marginalità ha interessato principalmente la divisione prêt-à-porter, il cui Ebitda è passato da 12,2 a 18,9 milioni (+55%), arrivando a rappresentare l’8,8% del fatturato della divisione. Si riduce invece da 7,1 a 6,3 milioni il margine operativo lordo della divisione calzature e pelletteria, principalmente per i minori ricavi.
La gestione operativa chiude con un un Ebit pari a 10,1 milioni (+71%) ed il relativo margine che sale dal 2,2% al 3,6 per cento. Il miglioramento del risultato operativo ed il calo degli oneri finanziari netti (-42,1%), ha più che raddoppiato l’utile netto finale portandolo a 3,6 milioni.
A fine dicembre 2016 l’indebitamento finanziario netto del gruppo si attesta a 59,5 milioni, segnando un miglioramento del 26,1% rispetto ad un anno prima, riferibile soprattutto all’incremento dei flussi di cassa.
Il patrimonio netto totale a fine 2016 ammonta a 168,1 milioni (contro i 149,6 milioni a fine 2015), in crescita di 18,5 milioni, oltre che per il risultato dell’esercizio, anche per la sottoscrizione dell’aumento di capitale della controllata Moschino, sottoscritto pro-quota da Aeffe e dall’azionista di minoranza.
In particolare tale aumento di capitale è avvenuto convertendo a patrimonio i debiti contratti da Moschino verso Aeffe per 32,772 milioni e verso il socio di minoranza per 14,045 milioni a titolo di finanziamento soci, aventi natura di versamenti in conto capitale. Pertanto la ricapitalizzazione è avvenuta senza alcun esborso finanziario per Aeffe.
Il presidente Massimo Ferretti si è detto fiducioso “sul futuro, alla luce dei trend del 2016 e dei positivi riscontri della campagna vendite Autunno/Inverno 2017-2018 in corso”.