Il management della casa editrice del quotidiano finanziario di Confindustria dovrebbe incontrare oggi gli istituti di credito finanziatori per presentare il nuovo piano industriale. Alcuni giorni fa il CdA presieduto da Giorgio Fossa ha esaminato la proposta di manovra finanziaria, che sarà presentata alle banche, ai fini di pervenire ad un accordo per la rimodulazione dell’indebitamento finanziario, funzionale ad assicurarne l’allineamento con il piano industriale del gruppo.
Ad oggi le posizioni sembrano piuttosto distanti, mentre il tempo stringe specie considerando che il Board ha confermato la situazione di deficit patrimoniale. Nei dati di preconsuntivo a fine dicembre 2016 il patrimonio netto presenta infatti un valore negativo per circa 7 milioni, dopo l’effetto della svalutazione derivante dall’impairment test pari a 19 milioni.
Fonti di stampa sostengono però che gli istituti di credito vorrebbero una ricapitalizzazione prima di rivedere la propria posizione. Ricordiamo che le banche hanno concesso uno stand still che scade a fine aprile, su cui il management potrebbe chiedere una proroga.
La società ha però rotto i covenant finanziari presentando a fine gennaio un indebitamento finanziario netto di 49 milioni. L’operazione di aumento di capitale continua a non essere ancora stata definita, ma le indiscrezioni la pongono come condizione “sine qua non” per definire un accordo con le banche, che non sembrano giudicare possibile l’ipotesi circolata di conversione del debito in equity.
Al momento anche il possibile intervento di altri istituti di credito a sostegno della situazione finanziaria del gruppo sembra da scartare, specie considerando l’indagine aperta dalla Procura di Milano per falso in bilancio sulle passate gestioni.