Inizio di settimana all’insegna della cautela per le borse europee, con i principali listini del Vecchio Continente che chiudono in frazionale rialzo in attesa di alcuni appuntamenti importanti dei prossimi giorni. A Milano il Ftse Mib archivia le contrattazioni con un +0,25% a 19.707 punti. Segni positivi anche per il Ftse 100 di Londra (+0,3%), il Dax di Francoforte (+0,2%) e il Cac 40 di Parigi (+0,1%), mentre chiude poco sotto la parità l’Ibex 35 di Madrid (-0,1%).
I mercati sono già concentrati sulla riunione della Fed, che avrà inizio domani e si concluderà mercoledì sera con l’annuncio sui tassi di interesse. Un rialzo di 25 punti base a 0,75-1% è ormai dato per scontato, ma si attende in particolare il discorso di Janet Yellen per capire il numero di interventi previsti per il 2017, dopo che i buoni dati sul mercato del lavoro americano pubblicati lo scorso venerdì hanno aumentato le probabilità di altri tre rialzi quest’anno.
Sempre mercoledì si terranno le elezioni politiche in Olanda, con possibili ripercussioni sulla stabilità della zona euro in caso di verdetto positivo per il partito anti Ue di Geert Wilders.
Sul mercato dei cambi l’EUR/USD torna in area 1,067, dopo aver scollinato oltre quota 1,07 durante la sessione asiatica, mentre l’USD/JPY si mantiene sostanzialmente stabile in area 114,7.
Si rafforza invece la sterlina (GBP/USD a 1,223 ed EUR/GBP a 0,872) in attesa della decisione del parlamento britannico sulle modifiche da apportare alla legge sulla Brexit. Intanto il primo ministro Theresa May potrebbe invocare l’Articolo 50 già domani, avviando ufficialmente il percorso di due anni per abbandonare l’Unione Europea.
Pochi spunti dal fronte dei dati macro, con la produzione industriale italiana che registra uno stop a gennaio, segnando un calo del 2,3% su base mensile rispetto al -0,8% previsto dal consensus. Si tratta della peggior discesa dal gennaio 2012, quando fu rilevata una diminuzione del 2,8 per cento.
Tra le materie prime, il petrolio si mantiene sui minimi di fine novembre, complici i timori che l’aumento della produzione Usa renda inefficace i tagli concordati dalla Russia e dai paesi Opec. Il Brent si mantiene a 51,4 dollari al barile, mentre il Wti si attesta 48,4 dollari.
Sull’obbligazionario sale leggermente in area 188 punti base lo spread Btp-Bund, con il rendimento del decennale italiano al 2,36 per cento.
Tornando a Piazza Affari, bene in particolare BANCO MEDIOLANUM (+2,3%) ed FCA (+2,3%), che attende l’appuntamento tra le case automobilistiche e il presidente Usa Donald Trump di mercoledì per una revisione delle regole sulle emissioni di veicoli.
Proseguono inoltre le indiscrezioni su possibili operazioni di M&A per il gruppo guidato da Sergio Marchionne, con alcune voci che dopo la smentita arrivata da Volkswagen ipotizzano un’alleanza con Renault.
Sempre nell’automotive in rialzo FERRARI (+1,5%) e BREMBO (+1,6%), mentre tra i petroliferi spicca SAIPEM (+1,1%). Acquisti anche su ATLANTIA (+0,9%) dopo aver pubblicato i risultati 2016 venerdì a mercati chiusi.
Bancari senza direzione, con INTESA (+1%) e BANCO BPM (+0,3%) in rialzo, mentre BPER (-1,7%), MEDIOBANCA (-1,5%), UBI (-0,9%) e UNICREDIT (-0,5%) chiudono in calo. Scivolano in fondo al listino, infine, AZIMUT (-2,5%), YNAP (-2,2%) e UNIPOL GRUPPO (-1,5%).