Borse europee poco mosse nella prima seduta di una settimana ricca di appuntamenti. Intorno alle 12:10 il Ftse 100 di Londra guadagna lo 0,2%, il Dax di Francoforte e il Cac 40 di Parigi sono flat, mentre il Ftse Mib di Milano (-0,5%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,4%) viaggiano in territorio lievemente negativo.
L’evento clou della settimana sarà la riunione della Federal Reserve, che mercoledì sera comunicherà la propria decisione sui tassi di interesse. Un rialzo di 25 punti base è non solo previsto, ma anche già ampiamente scontato dai mercati.
Sempre mercoledì sono in programma le elezioni politiche in Olanda, con possibili ripercussioni sulla stabilità della zona euro. Oggi invece sono attesi sviluppi sul fronte Brexit, con la Camera dei Comuni britannica chiamata a deliberare sugli emendamenti al decreto legge per l’uscita dall’Unione Europea. Previsto inoltre, alle 14:30, un nuovo intervento del presidente della Bce Mario Draghi.
Nel frattempo, sul Forex, la moneta unica cede parzialmente terreno dopo il finale positivo della scorsa ottava, con l’EUR/USD in calo a 1,067 e l’EUR/JPY a 122,3. In flessione anche il dollaro/yen a 114,6.
Sul fronte macro la produzione industriale italiana fa segnare un brusco stop a gennaio, con un calo su base mensile del 2,3% a fronte del -0,8% preventivato dagli analisti. Si tratta della peggior discesa dal gennaio 2012, quando fu rilevata una diminuzione del 2,8 per cento.
Sul mercato obbligazionario resta poco mosso lo spread Btp-Bund dopo le aste di titoli a 3 e 7 anni, che hanno portato al collocamento di 2,75 miliardi di Btp 2019 allo 0,37% e 3,5 miliardi di Btp 2024 all’1,9 per cento. Il differenziale tra il decennale italiano e quello tedesco resta in area 186 punti base, con il rendimento del primo al 2,31 per cento.
Tra le materie prime prosegue la discesa del petrolio, sui minimi degli ultimi quattro mesi con il Brent (-0,6%) a 51,1 dollari e il Wti (-0,8%) a 48,1 dollari. Continuano a pesare i timori per l’aumento della produzione Usa, che sta vanificando i tagli concordati dalla Russia e dai paesi Opec.
A Piazza Affari prevalgono i segni rossi sui titoli del comparto finanziario, con BPER e AZIMUT in calo di oltre due punti percentuali, UNIPOL e MEDIOBANCA intorno al -1,5 per cento.
Tra i bancari, UNICREDIT cede lo 0,6% in attesa che oggi il cda esamini i risultati definitivi del 2016. In flessione di mezzo punto anche BANCO BPM, che potrebbe cedere il suo 39% di Agos Ducato a Credit Agricole.
Prese di profitto su POSTE ITALIANE (-0,8%) dopo l’ottima performance della scorsa ottava, mentre perde consistenza l’ipotesi che l’attuale Ad Francesco Caio sia spostato alla guida di Finmeccanica.
Tra i petroliferi vendite su ENI (-1,2%), mentre TENARIS (+0,3%) e SAIPEM (+1,4%) sono tra le migliori del Ftse Mib.
Positiva anche ATLANTIA (+0,7%) dopo i risultati dell’esercizio 2016, chiuso con un utile netto in forte crescita (+32%) a 1,12 miliardi.
Fra le utilities, positiva ITALGAS (+0,4%), invariate A2A (+0,1%) e TERNA (-0,1%) mentre perdono terreno ENEL (-06%) e SNAM (-0,6%).
Nell’automotive sottotono FCA (-0,2%) con il raffreddarsi delle ipotesi di possibili operazioni di M&A, mentre avanzano FERRARI (+0,8%) e BREMBO (+0,5%).