Il gruppo che gestisce il sistema aeroportuale di Venezia-Treviso, con partecipazioni negli aeroporti di Verona, Brescia e Charleroi, ha archiviato l’esercizio 2016 con ricavi per 188,2 milioni, in aumento del 13,1% rispetto al 2015.
Il gruppo non ha fornito il dettaglio del fatturato per divisione, ma ha reso noto che i ricavi aeronautici sono cresciuti del 17% grazie alle maggiori tariffe applicate per lo scalo di Venezia sulla base del contratto di programma e all’incremento del traffico passeggeri a sistema (+10,1%).
I ricavi non aeronautici hanno invece registrato uno sviluppo dell’8,1%, beneficiando soprattutto della performance positiva dei parcheggi (+16,2%) che ha compensato il calo dei ricavi pubblicitari, penalizzati dagli importanti cantieri in essere nel corso dell’esercizio.
L’Ebitda si è attestato a 87,7 milioni, in progresso del 19% su base annua, grazie ai maggiori ricavi e ad un incremento più contenuto dei costi (+8,4% a/a). Tra questi ultimi, le spese per il personale sono salite del 10,7% e quelle per servizi del 6,7%, mentre l’aumento della attività sviluppata negli aeroporti ha comportato un maggior canone di concessione per 0,8 milioni (+8,3%). L’Ebitda margin è cresciuto di oltre due punti percentuali, passando dal 44,3% al 46,6 per cento.
L’Ebit ha registrato un incremento del 19,5% a 63,9 milioni, scontando maggiori ammortamenti e accantonamenti rispetto al 2015 (+17,7%) conseguenti alla messa in esercizio degli importanti investimenti realizzati negli ultimi due anni.
La gestione finanziaria ha riportato un saldo negativo per 1,9 milioni, in calo rispetto al deficit di 2,4 milioni del 2015. Nel dettaglio, gli oneri finanziari sono diminuiti del 4,6% grazie al minor costo del denaro, attestandosi a 3,8 milioni, mentre le partecipazioni valutate al patrimonio netto hanno generato utili per 2 milioni, in aumento del 21,5 per cento.
L’accantonamento per imposte è pari a 19,4 milioni, in calo del 14,3% rispetto al periodo di confronto, in cui il gruppo aveva registrato effetti di natura non ricorrente per circa 7 milioni, conseguenza della chiusura di un contenzioso fiscale (vertenza “Ristop”) e del ricalcolo delle imposte anticipate e differite iscritte a bilancio per tener conto del programmato cambio di aliquota IRES a partire dall’esercizio 2017.
La dinamica positiva della gestione finanziaria e la minor imposizione fiscale hanno consentito di chiudere l’esercizio con un utile di competenza dei soci di 42 milioni, in crescita del 43,9% rispetto al 2015. In aumento di quasi cinque punti percentuali il net margin, pari al 22,3 per cento.
Al 31 dicembre 2016 il gruppo ha evidenziato un indebitamento finanziario netto pari a 238,2 milioni, con un incremento di 49,2 milioni rispetto ai 189 di fine 2015 per effetto degli importanti investimenti (94,8 milioni) realizzati nell’esercizio.
I principali ratio del gruppo, in termini di rapporto tra Debito/Ebitda pari a 2,7 e un rapporto Debito/Patrimonio netto pari a 0,95, si mantengono all’interno dei valori di mercato di riferimento e dei covenants finanziari previsti dai contratti di finanziamento in essere.
Il Cda proporrà all’Assemblea la distribuzione di un dividendo di 0,63245 euro per azione (+16,7%), per complessivi 35 milioni.